lunedì 29 dicembre 2014

Maggie Shayne, "Promesse nella Notte"

Titolo: PROMESSE NELLA NOTTE (Twilight Prophecy)
Autore: MAGGIE SHAYNE
Anno: 2011
Edizione italiana: HARLEQUIN MONDADORI, 2012
Traduzione: GIGLIOLA FOGLIA
Copertina: n.i.
ISBN: no
Pagine: 347
In attesa della pubblicazione del prossimo Bacio di Sangue (prevista per il 30 gennaio), riprendiamo a parlare della saga “Wings in the Night” di Maggie Shayne, con il primo volume della miniserie “Children of Twilight” (e undicesimo della serie principale pubblicato in Italia).

Il corpicino di Melinda giace inerme in un letto dell’Ospedale Pediatrico di New York. James, l’angelo che deve strapparla alla morte, è al suo capezzale pronto a salvarla, quando irrompe nella stanza l’agente di polizia Brigit, che lo ammanetta e lo porta via. In realtà Brigit è la sua gemella, e i due sono ibridi, per metà vampiri e per metà umani: James ha il dono della guarigione, mentre Brigit quello della morte. La sorella ha raggiunto James in città per avvisarlo dell’imminente Apocalisse: secondo un’antica tavoletta d’argilla sumera, recentemente tradotta e pubblicata dalla professoressa Lanfair, l’Apocalisse sarebbe avvenuta quella sera stessa a Manhattan, durante le registrazioni del Will Waters Show.
Dietro le quinte dello spettacolo, Lester Folsom è in attesa di presentare il suo libro-scoop, che svelerà al mondo intero l’esistenza dei vampiri. Dopo aver scambiato qualche parola con la professoressa Lanfair, Folsom viene a conoscenza della traduzione della tavoletta. Prima di andare in onda ha modo di leggerne solo le prime righe, ed arriva alla conclusione che la profezia riguarda i leggendari gemelli ibridi. Mentre Will Waters presenta Folsom come ex agente del D.P.I., entrambi cadono a terra sotto il colpo di alcuni proiettili provenienti dalla platea. James e Brigit intervengono in tempo e guariscono la professoressa. Per di più, la Lanfair possiede l’antigene belladonna, e con esso il potenziale per diventare una vampira; Jameson sente ancora qualcos’altro riguardo alla sconosciuta che tiene tra le braccia, ma Brigit lo trascina via e lo porta rapidamente fuori città.



Dalla zia Rhiannon, i due gemelli scoprono di dover ritrovare la giovane professoressa e di doverla condurre in un luogo sicuro, in modo che possa tradurre il frammento mancante della tavoletta. Si scoprirà, così, che l’unico in grado di fermare l’Apocalisse è Utnapishtim, il primo immortale.
Intanto nelle strade della città, la popolazione, messa in allarme dalla scoperta dell’esistenza dei vampiri, inizia ad appiccare degli incendi, in cui molti innocenti rimangono uccisi, mentre i vampiri si rifugiano su un’isola.

In questo romanzo la Shayne riporta in vita tutti i suoi personaggi, a partire da Roland e Rhiannon, entrambi apparsi nei primi libri della saga, fino alla gitana Sarafina e all’indimenticabile Damien/Gilgamesh. Questi vampiri, unendo le forze, dovranno lottare per la loro salvezza e mettersi nelle mani dei gemelli ibridi Jameson e Brigit, nati dalla storia tra Amber Lily e Edgard Poe.
Come al solito la storia è fluida e scorrevole, e non mancano colpi di scena e momenti amorosi tra James e Lucy. Rispetto ai precedenti romanzi, questo si presenta un po’ sottotono, ma risulta comunque una lettura gradevole.



Risorse Web:
Sito ufficiale di Maggie Shayne
Maggie Shayne su Wikipedia
Sito dell’editore
 

martedì 23 dicembre 2014

Carmilla

Titolo: CARMILLA
Testi: SOFIA TERZO, da una storia di JOSEPH SHERIDAN LE FANU
Disegni: SOFIA TERZO
Colori: no
Copertina: SOFIA TERZO
Traduzione: CATHERINE SINÉ
Lettering: n.i.
ISBN: 978-2-84999-045-2
Pagine: 104
Edizione: VERTIGE GRAPHIC, 04-2008

Tra le poche vere trasposizioni a fumetti di Carmilla (tra cui vanno citate senz’altro quelle pur brevi delle riviste antologiche Creepy e Gothic Classics), spicca su tutte per completezza e sviluppo della trama la versione dell’italiana Sofia Terzo (anche autrice, con Piccininno, dei disegni del secondo volume di Dracula: l’Ordre des dragons). Si tratta, però, di una pubblicazione francese (di cui non esiste purtroppo un’edizione italiana), realizzata dalla Vertige Graphic nel 2008 (ma ancora reperibile presso i principali e-store internazionali).
La storia ripropone fedelmente in tavole e balloon il testo di Le Fanu (recensito qui), per cui ci soffermiamo in particolare sugli sviluppi originali dell’autrice.

Fine XVII secolo. Durante un sontuoso ballo, una dama dai capelli biondi e l’elegante Cornelius, tramando alle spalle della contessa Mircalla Karnstein, notano l’arrivo del suo giovane amante, il barone Vordenbourg. Ma è troppo tardi: Cornelius e la dama raggiungono l’affascinante e misteriosa Greca, la quale conduce Mircalla in una stanza appartata, mentre Vordenbourg cerca inutilmente l’amata negli affollati saloni. La dama bionda si rivela una vampira, che morde Mircalla e la trasforma in un mostro assetato di sangue.



Maggio 1884. Nel suo castello in Stiria, Laura sta scrivendo una lettera al dottor Hesselius per raccontargli le vicende straordinarie di cui è stata protagonista dieci anni prima. Una sera d’estate passeggiava con il padre nel parco, ansiosa di ricevere la visita del generale Spieldorf [sic] e della nipote Berthe. Ma il padre le diede la notizia della morte di Berthe e le fece leggere una lettera del generale, che vaneggiava di demoni e mostri. Poi, sul vicino ponte, passò a tutta velocità una carrozza, che finì per ribaltarsi. Ne uscì una dama dall’aria distinta e venne tirata fuori una fanciulla priva di sensi. La dama disse di essere impegnata in un viaggio di vitale importanza e il padre si offrì di ospitare la figlia Carmilla, ferita, fino al ritorno della madre. Senza saperlo, Laura e il padre avevano accolto in casa una vampira, che altri non era che Mircalla Karnstein, nonché l’assassina di Berthe.
Nelle notti seguenti, Carmilla imperversò nel villaggio e nei boschi vicini mietendo vittime, ma anche nelle stanze del castello: prima attaccò Rose, una delle cameriere, e poi la stessa Laura, visitandola con le fattezze di un grosso felino nero. Laura contrasse una “malattia” che oltre a languore e debolezza le procurava pulsioni erotiche irrefrenabili, tanto che durante la visita del giovane medico innamorato di lei (apparentemente non corrisposto), Laura lo sconvolse denudandosi e cercando di sedurlo.
Intanto nella zona si aggirava un altro vampiro, Cornelius, che, attento a non ucciderle, seduceva e salassava gentilmente le contadinotte della zona, a volte con successo, altre finendo scacciato in malo modo (e in questi casi si accontentava del sangue di qualche gallina). Cornelius accusava Mircalla di cercare un’eterna vendetta contro gli esseri umani e, disapprovando la sua ultima impresa, decise di tornare a Gratz.
Ma il piano di Mircalla/Millarca/Carmilla era destinato a fallire con l’arrivo al castello del generale Spieldorf, il quale con il padre di Laura e con un discendente di Vordenbourg riuscì a ritrovare la tomba dimenticata della vampira.



Come si diceva, questa “riduzione” a fumetti risulta piacevolmente fedele all’originale, ma al contempo propone elementi nuovi che, compatibili con la storia di Le Fanu, la arricchiscono di alcune sfaccettature e sottotrame. In particolare è l’erotismo sottinteso dall’autore irlandese che qui viene esibito chiaramente, con tutta la sua carica perturbante, manifestandosi in visite notturne e segrete o nel chiuso delle stanze da letto quando ne è protagonista la “beneducata” Laura, più allegramente e spensieratamente per le contadinotte corteggiate da Cornelius. Qui ci vengono mostrati chiaramente gli sguardi infuocati tra Carmilla e Laura, e le carezze che la prima prodiga creando non poco turbamento nella vittima/amante.



Fa un certo effetto vedere l’attacco – sadico, si potrebbe dire – di Carmilla e la debole reazione di Laura, facilmente sopraffatta (ma anche conquistata), mentre l’amante dominatrice le si avvinghia come un serpente sulla preda; e impressionanti sono le trasformazioni della vampira, che quando attacca è sempre nerovestita e non può celare il suo vero volto di mostro sanguinario e laido. Nelle sue orrifiche aggressioni ricorda la bimba fantasma di The Ring: notevole il dettaglio dei suoi capelli che scivolano sul letto di Laura, come tentacoli di un predatore in fuga nel timore di essere scoperto.



Non mancano colte citazioni cinematografiche di pellicole tratte dal romanzo, come Il sangue e la rosa e Vampiri amanti, e, chiaramente, riferimenti fumettistici. Il primo che viene in mente è il Dracula di Crepax, che sembra l’opera più vicina a questa per intenti e modalità narrative, in primis per l’erotismo strabordante. L’influenza del maestro milanese è evidente poi nella parte grafica, nei tratti di alcuni visi, nella suddivisione delle tavole che si spezzano in improvvise “orizzontalizzazioni”, riduzioni delle vignette e zoomate che mettono in risalto particolari quali carrozze con cavalli, calze, scarpe e corpi femminili distesi, gruppi di dame danzanti, castelli immersi nei boschi, predatori acquattati nel buio.
Le protagoniste femminili, invece, ricordano nelle fattezze le eroine di Manara: sono procaci e formose, con labbra carnose e sensuali, in particolare Laura e una carnale Carmilla. In generale il tratto è delicato e sottile, e i disegni risultano particolareggiati e realistici, come nei panneggi degli abiti neri di Laura e Carmilla e nei vetri smerigliati delle finestre.
In definitiva, questa risulta senza dubbio la miglior trasposizione a fumetti di Carmilla, pubblicata in Francia da una talentuosa autrice italiana, che ha ripreso la storia di un grande autore irlandese (ma scritta in lingua inglese). È troppo sperare in un’edizione italiana?

Risorse Web:
Sofia Terzo sul sito della casa editrice Soleil
Vertige Graphic
 

venerdì 28 novembre 2014

Richelle Mead, "Il Bacio dell’Ombra"

Titolo: IL BACIO DELL’OMBRA (Shadow Kiss)
Autore: RICHELLE MEAD
Anno: 2008
Edizione italiana: RIZZOLI, 2011
Traduzione: M. C. SCOTTO DI SANTILLO
Copertina: n.i.
ISBN: 978-88-17-04711-1
Pagine: 558
In attesa di avere notizie sulla distribuzione italiana del film tratto dal primo romanzo, e approfittando della recentissima pubblicazione in Italia del sesto e ultimo volume della saga (spin-off “Bloodlines” a parte), riprendiamo a parlare di “Vampire Academy”, con il terzo libro intitolato Il Bacio dell’Ombra.

La dhampir Rose Hathaway viene svegliata nel cuore della notte dalle sensazioni della Moroi Lissa, la quale sta amoreggiando con il suo amato Christian: nel sonno le difese della dhampir sono abbassate, per cui le emozioni più intense le giungono più facilmente. Per scrollarsi di dosso le sensazioni dell’amica, infastidita, Rose decide di prendere un po’ d’aria. Mentre gironzola nel parco dell’Accademia, si imbatte in Dimitri, impegnato nel suo turno di guardia, e si giustifica raccontando di aver fatto un brutto sogno. Ma a Dimitri non piace quest’ennesima trasgressione di Rose, non avendo dimenticato che la dhampir finì insieme ad alcuni amici dritta nelle mani degli Strigoi, rendendosi pure responsabile della morte di Mason. Sopraggiunge nel frattempo Alberta, il capitano dei guardiani, e Rose è costretta a nascondersi dietro una siepe. Ascoltando la conversazione tra i due guardiani, viene a sapere che ancora non si è tenuto il processo a Victor Dashkov, il membro di una stirpe reale che tempo addietro aveva rapito e torturato Lissa per sfruttarne i poteri di guarigione. Rientrando, Rose si ritrova davanti Mason, con una figura fluttuante e traslucida. La dhampir si stroppiccia gli occhi incredula, ma il fantasma è ancora lì, con un’espressione triste sul viso. Mason cerca di parlarle ma dalle sue labbra non esce alcun suono, spaventando a morte Rose, che si precipita nella sua stanza.
Il giorno seguente iniziano le tanto attese esercitazioni che per sei settimane vedranno i novizi dhampir proteggere i Moroi giorno e notte, con tanto di simulazioni di attacchi. Rose è eccitata al pensiero di trascorrere sei settimane con Lissa. Anche se il loro legame a volte è un po’ frustrante, Rose e Lissa sono sempre legate da una profonda amicizia e Rose non ha dubbi sul fatto che, una volta diplomata, diventerà la guardiana dell’amica. Intanto la dhampir deve allenarsi con un Moroi con cui non ha alcun legame: le viene affidato Christian. Ma durante le esercitazioni, le visioni di Mason distraggono Rose e, cosa ben più grave, l’Accademia subisce un nuovo attacco da parte degli Strigoi.

Anche in questo terzo volume de “L’Accademia dei Vampiri”, Richelle Mead ci regala emozioni e colpi di scena. Catapultati ancora nell’Accademia, viviamo con Rose il duro lavoro delle esercitazioni, ma anche la sua lotta con l’oscurità e con il terrore provocatogli dalla visione del fantasma di Mason. La piccola dhampir deve poi gestire anche il corteggiamento dell’intrigante Adrian, mentre il suo cuore batte solo per Dimitri. ll personaggio di Dimitri guadagna spazio e spessore, e oltre a potreggere Rose deve affrontare in un emozionante corpo a corpo gli Strigoi. Dal canto loro, gli Strigoi sono sempre più determinati a distruggere i Moroi, e il loro attacco suscita non poca suspense, per arrivare ai colpi di scena del finale.

Risorse Web:
Sito dell’autrice
Richelle Mead su Wikipedia
Sito dell’editore
 

lunedì 17 novembre 2014

FVZA. Federal Vampire and Zombie Agency

Titolo: FVZA. FEDERAL VAMPIRE AND ZOMBIE AGENCY
Soggetto: DAVID HINE, BEAU FLYNN, TRIPP VINSON
Scenegg.: DAVID HINE
Disegni: ROY ALLAN MARTINEZ, WAYNE NICHOLS
Colori: KINSUN LOH, JERRY CHOO
Copertina: CLINT LANGLEY
Traduzione: GIULIANA NICITA
Lettering: SILVIA MOCCHEGIANI
Pagine: 168
Ed. orig.: RADICAL B., 10-2009/03-2010
Ed. italiana: COMMA 22, 08-2011

L’agente Landra ha un compito ingrato: uccidere il nonno, il dottor Hugo Pecos, sospettato di essere infetto. La donna, con la pistola puntata, ricorda la sua infanzia con l’uomo, che ha cresciuto lei e il fratello Vidal nella sua casa nel deserto di Albuquerque. Pecos faceva loro da tutore e da istruttore di arti marziali, sostenendo di doverli preparare all’imminente ritorno di vampiri e zombie. I mostri erano giunti in America con la prima ondata di coloni e nell’Ottocento si combatté contro di loro una vera e propria guerra. I virus di vampirismo e zombismo furono debellati nei decenni successivi, ma, da quando Pecos affrontò gli infetti durante la Seconda guerra mondiale, ha sempre sostenuto che sarebbero tornati.
A Los Angeles, il vampiro Mandrake sta creando un branco, deciso a conquistare gli Stati Uniti. La sua prima mossa è un gesto dimostrativo: la diffusione del virus dello zombismo nella rete idrica della piccola cittadina di Corben, in Tennessee, che stermina tutta la popolazione. Intanto la Sicurezza Nazionale contatta Pecos per riformare l’FVZA, la Federal Vampire and Zombie Agency.
Landra e Vidal coadiuvano il nonno nell’addestramento delle truppe, non senza qualche difficoltà: le reclute non hanno molto rispetto per gli zombie prigionieri e per Landra arrivano anche problemi di cuore.



Viene poi catturato uno dei “vassalli” di Mandrake, che rivela il nome e il nascondiglio del padrone. Ma è troppo tardi: Mandrake è stato ucciso dalla vampira Yaelis, agli ordini del capo dei vampiri, Nephilis, che sta organizzando una micidiale offensiva fissata per Halloween. Sventare i piani dei vampiri non sarà impresa facile per gli uomini dell’FVZA e molti cadranno nella battaglia. E intanto Landra scopre un tremendo segreto di famiglia.

La storia di FVZA si svolge in un cupo mondo ucronico, che ha visto l’umanità combattere una guerra lunga oltre un secolo contro vampiri e zombie: un mondo nato e sviluppato sulle pagine virtuali del sito FVZA.org, creato da Richard S. Dargan, e approdato poi su questo splendido fumetto. Pardon, romanzo grafico.
Precisazione doverosa, dal momento che i disegni di questa graphic novel sono assolutamente strepitosi: realistici, dinamici, crudi. Lo stile, dallo spessore pittorico, si sposa alla perfezione con un racconto dal ritmo cinematografico. Le tavole sono talmente realistiche e ben realizzate che il lettore ha davvero l’impressione di guardare un film, con attori in carne ed ossa, paesaggi e scorci metropolatani tanto fedeli da risultare semplicemente fotografici. La maestria di Martinez e Nichols si rivela ancor maggiore nell’uso delle luci e dei riflessi, come ad esempio sugli occhiali di Hugo, nei fari della auto di notte, nei raggi solari che accecano un neonato vampiro, nelle fiamme che consumano gli zombie.



I vampiri di FVZA non sono certo i fighetti sbrilluccicanti dei moderni film per teenager, ma ricordano piuttosto gli orridi nosferatu cinematografici e i feroci succhiasangue di 30 Days of Night: dopo un anno già sono calvi e dopo cinque hanno l’aspetto di cadaveri viventi; non hanno più stimoli sessuali e l’unica cosa che provano è la brama di sangue. Un vampiro non può essere ucciso dalla luce del sole, ma ne viene solo ustionato, e per eliminarlo è necessario distruggerne il cervello, spezzargli la spina dorsale o svuotargli le vene.
La condizione di vampiro e di zombie viene, in definitiva, presentata da Hine in tutto il suo orrore: parodia della vita, riduce le vittime a un branco di lupi affamati, privi di umanità. Qualcuno cede a tale situazione, non riuscendo a sostenere lo sfaldamento dei sentimenti e della natura umana, a cui il lettore assiste raggelato. Su tutti, il commovente episodio della donna che cerca di resistere all’infezione, la cui umanità svanisce più in fretta dell’istinto materno: la prima cosa che farà da zombie è procurare carne fresca ai figli.

Risorse Web:
The Federal Vampire & Zombie Agency
Anteprima del fumetto
David Hine su Wikipedia
Sito di Wayne Nichols
Intervista a David Hine
The Urban Dead Wiki
Comma 22 Editore
 

sabato 8 novembre 2014

Antonio Daniele & Daniela Bolognini, "True Blood. La Guida Completa"

Titolo: TRUE BLOOD. LA GUIDA COMPLETA
Autore: ANTONIO DANIELE, DANIELA BOLOGNINI
Anno: 2013
Edizione italiana: KERES EDIZIONI
Copertina: LINA ALLEGRO
ISBN: 978-88-97231-07-3
Pagine: 208
True Blood, la serie televisiva che ha più innovato il genere vampiresco negli ultimi anni, si avvia alla sua conclusione proprio in questi giorni: martedì prossimo è in programma su Fox l’ottantesimo e ultimo episodio. Sookie & Co. ci hanno accompagnato per sette lunghi anni, facendoci spaventare, emozionare, divertire. Ben quattordici, invece, gli anni di vita dei “Southern Vampire Mysteries”, la saga letteraria creata da Charlaine Harris, conclusasi con il tredicesimo romanzo Morti Per Sempre.
Tutta la storia della serie, raccontata romanzo per romanzo e puntata per puntata, viene ripercorsa dal recente saggio/guida True Blood. La Guida Completa di Antonio Daniele e Daniela Bolognini. Chiariamo subito un punto: i due autori sono ideatori e curatori del nostro Catafalco, per cui spero mi perdonerete se sono un po’ di parte!
Ma, d’altra parte, è difficile immaginare uno studio più completo ed esaustivo sulla serie di Charlaine Harris e di Alan Ball. Veniamo quindi al contenuto del libro, che è organizzato in quattro parti. La prima prende in esame i tredici romanzi, sviscerendone trame, significati e differenze con il telefilm, i diciassette racconti paralleli alla serie (dieci dei quali inediti in Italia), l’antologia Dead But Not Forgotten (di prossima uscita in USA), in cui quindici autori scelti dalla Harris si cimentano in storie di vari personaggi del sookieverse, e la chicca After Dead, libro in cui la Harris racconta il futuro che aspetta ciascun personaggio dopo gli eventi di Morti Per Sempre (un piccolo spoiler: Sookie si sposerà con... Sam Merlotte e avrà quattro figli!).



La seconda parte è dedicata alla serie televisiva e passa in rassegna ciascuna delle ottanta puntate, più i sei “minisodi” della serie A Drop of True Blood. Questa sezione risulta utile non solo a chi non abbia visto gli episodi, ma anche ai fan più accaniti. Infatti gli autori qui ci svelano moltissimi particolari nascosti nelle scene, come i titoli dei libri letti dai personaggi, i programmi da loro visti in tv, i poster appesi alle pareti del Fangtasia e mille altre curiosità. Inoltre per ogni episodio vengono riportate le citazioni più argute e divertenti. Come quando Jessica, appena trasformata, esclama: «Niente più schiaffi, niente più clarinetto, niente più... compiti a scuola, niente più regole! Yeahhh! Sono un vampiro!» (ep. 1.11).
Nella sezione “Multimedia” vengono esaminati i fumetti tratti dalla saga, quasi tutti editi in Italia dalla Panini (non manca qualche inedito), il merchandising, il videogioco Dying For Daylight, che vede protagonista la vampira Dahlia, e la musica, vero e proprio protagonista dello show, tanto che tutti gli episodi originali prendono il titolo da altrettante canzoni.



Utile per chi voglia approfondire e orientarsi nel sookieverse risultano poi le appendici: la guida ai personaggi principali e la bibliografia. Ad arricchire il volume ci sono le immagini dei volumi citati e alcune belle illustrazioni originali dell’artista Lina Allegro, autrice anche della Sookie in copertina.
In conclusione, citando la quarta, consigliamo caldamente questo libro «a chi è incuriosito dall’avvincente ciclo di Sookie Stackhouse e dal relativo fenomeno mediatico, a chi non ha perso una puntata del telefilm ma non ha letto i volumi, o viceversa, ma anche ai più accaniti fan che vogliano scoprire di più sul sookieverse. Se pensavate di sapere tutto su True Blood e sulla saga di Charlaine Harris, questo libro è pane per i vostri denti».
Il libro, stampato in edizione limitata, si può acquistare scontato del 20% esclusivamente su eBay o scrivendo a keresedizioni@gmail.com (mi informano che la disponibilità sulle varie librerie online è fittizia).

Risorse Web:
Keres su Facebook
Scheda del libro
 

venerdì 7 novembre 2014

Dampyr - N.166

Titolo: DAMPYR, N.166
Episodio: IL SOFFIO CALDO DELL'HARMATTAN
Soggetto: CLAUDIO FALCO
Sceneggiatura: CLAUDIO FALCO
Disegni: SILVIA CALIFANO
Colori: no
Copertina: ENEA RIBOLDI
Lettering: OMAR TUIS
ISBN: no
Pagine: 96
Edizione: SERGIO BONELLI, 01-2014

Il team di cacciatori di vampiri guidati da Harlan Draka, vincendo la riluttanza di Kurjak, si reca nuovamente in Africa per indagare sullo smaltimento di rifiuti tossici responsabile di una letale epidemia in Burkina Faso.
Gli indizi che hanno raccolto portano al Maestro Laforge, che hanno già incontrato in Sud Africa e, attraverso il gruppo di ecologisti Pouvoir Vert e l’ex giornalista Marchand, riusciranno a stanarlo, evitando con notevole abilità, di cadere nelle trappole predisposte dal Maestro.

In questo numero di Dampyr abbiamo una nuova conferma dell’abilità di Claudio Falco alla sceneggiatura; partendo da un fatto attuale e credibile, riesce a realizzare un’avventura mozzafiato permettendosi anche di eliminare uno dei “villain” più ambiziosi della serie dopo solo due apparizioni.
Grande novità anche ai disegni: Silvia Califano ha realizzato delle tavole grandiose, in particolare per le scene dinamiche che vantano prospettive cinematografiche, i primi piani sono realizzati con grande cura e nemmeno il dettaglio più irrilevante sfugge ai suoi pennelli. Speriamo non debba trascorrere molto tempo prima di poter rivedere le sue tavole su Dampyr.

Risorse Web:
Un'interessante intervista a Claudio Falco
Blog di Silvia Califano
Blog di Enea Riboldi
Sergio Bonelli Editore
Dampyr su Wikipedia
 

martedì 4 novembre 2014

Dracula Untold

Titolo: DRACULA UNTOLD (Dracula Untold)
Regia: GARY SHORE
Soggetto, scen.: MATT SAZAMA, BURK SHARPLESS
Interpreti: LUKE EVANS (Vlad Dracula), SARAH GADON (Mirena), CHARLES DANCE (Vampiro maestro)
Durata, Col., Orig.: 92’, C, USA
Produzione: UNIVERSAL, LEGENDARY et al.
Anno: 2014
Distribuzione: UNIVERSAL
Uscita: 30-10-2014

È uscito il 30 ottobre nelle sale italiane Dracula Untold, opera prima del regista irlandese Gary Shore.

Transilvania, XV secolo. Sulla riva di un fiume, il principe Vlad Dracula e i suoi uomini trovano l’elmo di un soldato turco, indebitamente infiltratosi nelle loro terre. Sembra che l’elmo sia stato trascinato dalla corrente, quindi Dracula e un gruppo di fedelissimi salgono sul Monte del Dente Rotto, dove sospettano sia stato ucciso il soldato. Penetrati in una grotta, i transilvani vengono massacrati da una creatura che si muove nel buio, potente e inafferrabile (Charles Dance, già vampiro in Underworld – Il Risveglio). L’unico che ne esce vivo è Vlad, salvato dalla luce del sole.
Tornato al castello, il principe può riabbracciare la bella moglie Mirena e l’amato figlio Ingeras, e apprende dal monaco Lucian di essere sopravvissuto all’attacco di un vampiro. Intanto a corte arriva una delegazione turca, a cui viene pagato il solito tributo in monete d’argento. Ma questa volta non è abbastanza: il Sultano Mehmed II intende rinnovare una vecchia usanza ed esige che gli si consegnino mille ragazzi transilvani per allargare le fila del suo esercito. Dracula stesso da ragazzo venne consegnato ai turchi, e crebbe con l’attuale Sultano. Si reca quindi come un amico da Mehmed e cerca di convincerlo a rinunciare alla gravosa richiesta. Per tutta risposta il Sultano rilancia pretendendo anche la consegna di Ingeras. Vlad si rifiuta di consegnare il figlio e scoppia la guerra.
I numeri dell’armata ottomana sono schiaccianti rispetto a quelli dell’esiguo esercito transilvano, e Vlad prende l’unica decisione che gli può dare la forza necessaria a vincere: si reca nella grotta sul Monte del Dente Rotto e chiede al vampiro maestro di essere trasformato. Ma un destino di dannazione lo attende se nei primi tre giorni egli cederà alla sete di sangue, cosa che invece libererà il maestro dalla sua prigione. Vlad accetta la sfida e diventa un vampiro, un avversario che neanche l’imponente esercito turco riesce a sconfiggere. Ma ciò non tiene al riparo Mirena e Ingeras dalle macchinazioni dei nemici e Dracula dal tradimento dei suoi.



Veder scorrere il logo della Universal all’inizio di un film su Dracula suscita di per sé già qualche brivido di piacere e dispone bene l’appassionato cinefilo. Lo storico marchio, infatti, non può che riportare alla mente le memorabili pellicole interpretate da Bela Lugosi e John Carradine e, perché no, anche il più recente Van Helsing. La delusione quindi è ancora più cocente quando ci si rende conto che questa ennesima apparizione cinematografica di Dracula (dal budget, sembra, di ben 70 milioni di dollari) è un pasticcio decisamente malriuscito.
Sebbene visivamente apprezzabile e forte di alcune trovate registiche di buon impatto (la trasformazione di Dracula in una nuvola di pipistrelli, lo stormo di pipistrelli che prendono forma di pugno dietro la regia di Vlad, il faccia a faccia con il vampiro maestro), la storia fa acqua da tutte le parti, a partire dal carattere del protagonista: più che l’eroe della resistenza valacca o una tenebrosa creatura della notte, lo scialbo vampiro di questo cinefumettone sembra un tragico supereroe, capace da solo di uccidere migliaia di nemici.
Tra alcune infelici citazioni del Dracula coppoliano (il “tuffo” nel vuoto della principessa, l’amore tragico di Vlad per la sua sposa, la reincarnazione della principessa nella persona di Mina), una serie di inesattezze storiche lascia allibiti. In particolare, il riferimento a un regno decennale di Dracula sulla Transilvania e il suo atteggiamento troppo deferente con i messi ottomani: vedendo sullo schermo il principe tollerare la tracotanza della delegazione turca non può che venire alla mente l’aneddoto storico degli irrispettosi ambasciatori che finirono con i turbanti inchiodati sulla testa.
Il re dei vampiri, malvagio per antonomasia, diventa qui un premuroso padre di famiglia e un sovrano illuminato che si sacrifica per il suo popolo: un triste portavoce del buonismo hollywoodiano. In definitiva, meglio sarebbe stato che questo Dracula rimanesse “untold”.




Risorse Web:
Sito ufficiale
Scheda di Imdb.com
 

domenica 26 ottobre 2014

Tom Holland, "Il Vampiro. La Storia Segreta di Lord Byron"

Titolo: IL VAMPIRO. LA STORIA SEGRETA DI LORD BYRON (“The Vampyre, the Secret History of Lord Byron” aka “Lord of the Dead”)
Autore: TOM HOLLAND
Anno: 1996
Edizione italiana: TRE EDITORI, 2010
Traduzione: ALESSANDRO ZABINI
Copertina: MARCO LEGA
ISBN: 978-88-86755-59-7
Pagine: 376
L’orientalista Rebecca Carville è sulle tracce del perduto manoscritto delle memorie di Byron. Nella cripta della cappella di St. Jude, dove è sepolto il suo antenato Lord Ruthven, Rebecca vede uscire da una tomba una cosa antica e avvizzita, con occhi gialli e seni raggrinziti. Caduta in deliquio, la studiosa si ritrova in strada e al mattino viene condotta da Ruthven: capelli ricci e neri, pallore etereo, lineamenti delicati, è niente meno che un giovane Lord Byron. Il poeta le spiega che non esiste alcuna copia delle sue memorie e si fa convincere a raccontarle la sua storia.

Annoiato dalla vita in Inghilterra, Byron partì per un viaggio sul continente con l’amico Hobhouse. Dopo aver visitato Portogallo, Spagna, Malta e Grecia, i due inglesi proseguirono verso Giannina, per far visita ad Alì, pascià di Albania. Persa la scorta a causa di un attacco di vardoulacha, continuarono il viaggio con il vecchio Gorgiou, e i figli Petro e Nikos. Durante la notte, Byron sentì raschiare alla finestra e scoprì Nikos chino su Hobhouse: il giovane gli confessò di essere schiavo di un vardoulacha turco e poi cercò di sedurlo, ma Byron lo licenziò garbatamente.
A Giannina, Byron si imbatté in un uomo alto e pallido, con mustacchi bianchi e barba, naso adunco e occhi saggi e sofferenti. Era il temuto Vakhel Pascià, uno studioso che si mormorava avesse venduto l’anima a Eblis, principe degli Inferi. Vakhel si ritrovò poi con l’inglese alla corte di Alì Pascià, dove chiamò a danzare la bellissima Haidée: il poeta riconobbe Nikos, che aveva creduto un uomo e che ora si rivelava in tutta la sua femminilità. Occhi neri, labbra rosse, movimenti divini, Haidée conquistò Byron, che accettò di buon grado l’invito di Vakhel al suo castello, ad Acheronte.
Il poeta giunse così in un maniero che sembrava uscito dai suoi sogni più inquietanti, tra sculture mostruose e mosaici blasfemi, tra scalinate verso gli inferi e servitori dagli occhi morti. Vakhel lo corteggiava e gli appariva in sogno per convincerlo a seguirlo nelle «grotte della morte»: era lui il vardoulacha tanto temuto da Gorgiou e dai figli. Haidée era sua schiava e aveva il compito di farsi deflorare dal poeta.
Dopo aver assistito a una caccia “tolstojana” ed aver superato indenne un villaggio infestato dai vardoulacha, l’inglese portò in salvo l’amata. Giunti sul lago Trihonida, Byron e Haidée finalmente si amarono.



Ma la felicità degli amanti durò poco, perché presto vennero trovati da Vakhel: Haidée fu portata via per essere giustiziata e Byron venne trasformato in vampiro.
Dopo aver ottenuto la sua vendetta, Byron si riunì a Hobhouse e continuò il suo viaggio, per poi rientrare in Inghilterra, dove amoreggiò con la possessiva Lady Caroline Lamb e poi con la sua stessa sorellastra Augusta.
Saputo che il suo stato di vampiro lo avrebbe portato a un rapido invecchiamento, a meno che non avesse bevuto il sangue di un parente, Byron si propose di avere un figlio. Prima ebbe Ada, con Annabella, e poi Allegra con Claire, la sorella Mary Shelley. Ma non ebbe il cuore di far del male a nessuna delle due.
Ormai circondato da una pessima fama, Byron decise di lasciare l’Inghilterra e assunse un medico personale esperto nelle scienze più oscure: il suo nome era Polidori. Byron si ritrovò in Svizzera con Mary e Claire, e conobbe Shelley, con cui nacque una profonda amicizia. Durante quel soggiorno ci fu anche una fatidica serata a Villa Diodati, in cui gli artisti presero a leggere storie di fantasmi e si sfidarono a scrivere storie spaventose.
Il rapporto con Polidori era difficile: geloso, vanitoso e con grandi ambizioni letterarie, il medico era in competizione con il grande poeta, che finì per trasformarlo in vampiro. Byron credette di sbarazzarsene dandogli dei soldi e si stabilì a Venezia, portando avanti un’incostante amicizia con Shelley. Finché Polidori, ufficialmente suicidatosi con una dose di acido prussico, mise in atto la sua perfida vendetta, prendendosela con Allegra. Byron poi tornò in Grecia per sostenere la causa della rivoluzione, ma si trovò a fare i conti con il suo passato e con la sua eredità di Re dei Morti.



Per un appassionato, leggere un resoconto romanzato delle vicende di Byron e Polidori, di Shelley e di Villa Diodati, per di più in chiave vampiresca, è davvero un’esperienza divertente e coinvolgente. A tratti l’autore sembra quasi sfidare il lettore a cogliere un riferimento, una citazione, un episodio della vicenda biografica dei protagonisti.
Holland, infatti, qui disegna un fitto mosaico di citazioni tra storia e letteratura: sono chiari i riferimenti a Il Vampiro di Polidori, al Don Giovanni, a Il Giaurro (la vicenda e la morte di Haidée) e al Frammento (la sosta nel cimitero con Hobhouse) di Byron; ma Holland pesca anche dal Vathek di Beckford (Vakhel e il suo castello), da I Vurdalak di Tolstòj (l’episodio di Gorgiou), dal Dracula di Stoker (ancora il misterioso castello di Vakhel, l’accoglienza dell’ospite e lo stesso vampiro) e dai romanzi di Anne Rice (il “racconto-intervista” di Byron, la descrizione delle sue sensazioni dopo la trasformazione).
Probabilmente, però, un lettore sprovvisto del background richiesto difficilmente può apprezzare un’opera simile. Per di più, l’autore, nell’ansia di completezza, mette troppa carne a cuocere, intessendo una trama fin troppo fitta e intricata.
La prosa è a tratti pesante e ridondante, altrove è più riuscita e avvincente: in particolare nell’incipit, con l’incursione di Rebecca nella cripta in una sorta di profanazione, e nell’avventurosa fuga di Byron e Haidée. Riusciti i personaggi di Vakhel e di Haidée, meno quello di Byron, che ha forse un po’ troppo del Louis di Anne Rice.
In ogni caso, questo Vampiro di Holland è un’opera notevole, un romanzo denso e intrigante, a cui va dato il merito di aver finalmente tolto la maschera di Ruthven a Lord Byron, colui che ha fatto da modello per la creazione del vampiro moderno.

Risorse Web:
Sito dell’autore
Tom Holland su Wikipedia
Tre Editori
 

sabato 18 ottobre 2014

Charlaine Harris, "Morti Per Sempre"

Titolo: MORTI PER SEMPRE (Dead Ever After)
Autore: CHARLAINE HARRIS
Anno: 2013
Edizione italiana: DELOS BOOKS, 2013
Traduzione: ANNARITA GUARNIERI
Copertina: n.i.
ISBN: 978-88-6530-269-9
Pagine: 360
Con Morti Per Sempre, pubblicato da Delos nella collana “Odissea Paranormal” (nata dalla fusione di Odissea streghe e Odissea vampiri), siamo giunti all’epilogo di una delle saghe vampiriche che, negli ultimi anni, hanno riscosso maggior successo, anche grazie alla realizzazione del telefilm True Blood di Alan Ball, del quale stanno andando in onda in Italia le puntate della settima e conclusiva stagione.

Da quando Sookie ha incontrato Bill al Merlotte’s, la sua vita è cambiata. Pur vivendo bei momenti accanto alle creature soprannaturali, per le quali la sua telepatia non costituiva un problema, è stata protagonista e spettatrice di omicidi, rapimenti, torture e violenze di ogni genere e, se prima poteva ostentare una certa tranquillità, adesso deve stare in guardia da nemici vecchi e nuovi che sono pronti a tutto per liberarsi di lei.
A New Orleans c’è chi ha venduto l’anima al diavolo, e non è una metafora, per vendicarsi della cameriera di Bon Temps. Il primo pedone da muovere in questa partita a scacchi sembra Arlene, l’ex collega e amica di Sookie che, attualmente, sta scontando una pena in carcere.
A Bon Temps Sookie continua a chiedersi che ne sarà del suo matrimonio con Eric ora che è arrivata Freyda. Sookie non può neanche sfogarsi con Sam che, tornato in vita grazie al cluviel dor, si comporta in modo molto strano.
Dopo essere stata rilasciata, Arlene torna al Merlotte’s e, fingendo una sentita contrizione, chiede a Sookie di essere assunta come cameriera, ma la sua domanda è educatamente respinta. Gli uomini che l’hanno fatta uscire dalla prigione ordiscono quindi un nuovo piano: la mandano a casa di Sookie a recuperare un oggetto personale.
Per aiutare Sam a uscire dalla sua apatia, la protagonista chiama la madre del mutaforma; sembra che la signora abbia un buon ascendente sul figlio, che presto torna al lavoro, dove lo aspetta una macabra scoperta: nel cassonetto del Merlotte’s c’è il cadavere di Arlene che ha, stretta intorno al collo, una sciarpa appartenuta a Sookie.
Una sera Sookie è invitata a raggiungere Eric al Fangtasia dove, in presenza di Felipe de Castro, viene ufficialmente sciolto il loro matrimonio per poi celebrare, successivamente, quello fra il vampiro vichingo e la regina dell’Oklahoma. Comunque Eric non rinuncia a proteggere Sookie e chiama una delle sue figlie di sangue, Karin, affinché vigili sulla sua abitazione.
L’indomani la polizia si presenta alla porta di Sookie, l’arresta per l’omicidio di Arlene, e la conduce in prigione dove dividerà la cella con Jane Bodehouse, un’alcolista cliente abituale del Merlotte’s.
Al processo, la ragazza si commuove davanti al numero di persone che sono giunte per dimostrarle il loro affetto, ma la sorpresa più grande è costituita da Mustapha, il quale annuncia che Eric pagherà la cauzione stabilita per il suo rilascio. Le prove rilevate dalla polizia scagionano Sookie, ma non forniscono alcuna indicazione sull’identità dell’assassino.
Approfittando di un periodo di relativa pace, Sookie passa qualche momento d’intimità con Sam. Ma durante una serata, viene rapita e fatta salire su un furgone, dove ci sono il reverendo Newlin della Confraternita del sole, l’avvocato Glassport e il suo cugino fatato Claude. I rapitori, avendo fallito nel piano che prevedeva il sacrificio di Arlene, hanno in mente di ottenere ad ogni costo la loro vendetta.



Quest’ultimo volume, come l’autrice precisa in prefazione, termina secondo i suoi piani originali. La serie, infatti avrebbe dovuto essere più breve e probabilmente le implicazioni delle origini fatate di Sookie dovevano avere un peso inferiore, lasciando più spazio alle conseguenze pratiche e sociali dell’integrazione dei vampiri nella società americana.
In questo romanzo la narrazione non è esclusivamente in prima persona, l’autrice si allontana da Bon Temps e descrive i mefistofelici accordi dei “cattivi” usando la terza persona.
Non stupisce il fatto che la storia tra Sookie ed Eric finisca: quest’ultimo ha man mano assunto un ruolo sempre più marginale, perdendo parte del fascino guerriero che ha ammaliato le lettrici nei primi volumi (compresa l’esilarante battaglia in tuta di lycra rosa di Morti viventi). Coglie di sorpresa, invece, la nascita di un sentimento d’amore fra la protagonista e Sam.
La rimpatriata di amici vecchi e nuovi, tipica degli happy end americani, è ben realizzata e non abbassa la tensione delle vicende, che si mantiene palpabile fino alla fine.
Non sapremo come sarà la vita a Bon Temps nei prossimi anni, ma è facile immaginare Sookie che, insieme a Tara e Michelle, estrae dalle tasche dozzine di fotografie dei bambini che avrà con Sam mentre sono sedute dal parrucchiere e organizzano un barbecue per la serata.

Risorse Web:
Sito dell’autrice
Charlaine Harris su Wikipedia
Delos Books
 

venerdì 10 ottobre 2014

TuttoCarmilla

Riprendono questa sera a Torino le attività della Libera Università dell’Immaginario con il ciclo di seminari TuttoCarmilla, dedicati al noto romanzo breve di Joseph Sheridan Le Fanu (28 agosto 1814 – 7 febbraio 1873), di cui quest’anno cade il bicentenario della nascita.
Capitolo per capitolo, Franco Pezzini prenderà in esame con i suoi ospiti la vicenda, le suggestioni, i problemi sottotesto del romanzo. Tra ottobre e gennaio è calendarizzato il primo ciclo, “Et in Styria ego”, dal prologo fino al sesto capitolo. L’appuntamento è alle 19 presso l’enoteca trattoria Ostu, via Cristoforo Colombo 63, Torino.

Il programma del primo ciclo di appuntamenti:

Prologo: Gli arcani della nostra esistenza duale (10/10);
Cap.1: Una fantasmagoria circondata dalle tenebre (24/10);
Cap.2: E i cavalli sbandarono (14/11);
Cap.3: Non potrei dimenticare il tuo viso (28/11);
Cap.4: Da quei folli abbracci (12/12);
Cap.5: Al di sotto era scritto A.D. 1698 (9/01);
Cap.6: L’amore vuole avere sacrifici (23/01).


TUTTOCARMILLA – Primo ciclo: Et in Styria ego
Con Franco Pezzini

Dal 10 ottobre 2014 al 23 gennaio 2015, ore 19:00
Enoteca trattoria Ostu, via Cristoforo Colombo 63, Torino

Risorse Web:
Joseph Sheridan Le Fanu su Wikipedia
Scheda di Cercando Carmilla
TuttoDracula
Pagina Facebook della LUI
 

mercoledì 8 ottobre 2014

Joseph Sheridan Le Fanu, "Un Oscuro Scrutare"

Titolo: UN OSCURO SCRUTARE. IN A GLASS DARKLY (In a Glass Darkly)
Autore: JOSEPH SHERIDAN LE FANU
Anno: 1872
Edizione italiana: MIRAVIGLIA, 2011
Traduzione: LUCA MANINI, FABRIZIO FERRETTI
Copertina: MARZIA IANNUCCI
ISBN: 978-88-89993-15-6
Pagine: 464
Nel 2011, la Miraviglia Edizioni ha pubblicato Un oscuro scrutare, traduzione di In a Glass Darkly, la raccolta con cui nel 1872 Le Fanu propose per la prima volta in volume Carmilla. La pubblicazione è meritoria trattandosi della prima (e finora unica) edizione italiana integrale della raccolta (nonostante i racconti siano già comparsi singolarmente in varie antologie).
Tutti i racconti erano stati pubblicati precedentemente in rivista, ma raccogliendoli in volume Le Fanu li inserì nell’inedita cornice degli studi di Hesselius.

L’anonimo narratore e curatore è il segretario medico del defunto dottor Martin Hesselius, del quale sta riordinando i documenti per la pubblicazione. Tra i voluminosi appunti delle centinaia di casi trattati dal medico, il segretario ha scelto i cinque più significativi.

Tè verde (Green Tea): Durante un viaggio in Inghilterra, Hesselius conobbe il reverendo Jennings, gentile e riservato prelato di mezz’età, che gli confessò di essere ipocondriaco. Fu solo cinque settimane dopo che il reverendo raccontò a Hesselius la sua storia. Quattro anni prima, impegnato nella stesura di un libro sulla metafisica religiosa dei popoli antichi, per tenersi vigile durante il lavoro prese a consumare grosse quantità di tè verde. Una sera, rientrando a casa a tarda ora su un buio omnibus, scorse due riflessi rossastri e circolari. Avvicinandosi, scoprì che erano gli occhi di una scimmia completamente nera, ma priva di consistenza materiale e solo a lui visibile. Da allora, Jennings non riuscì più a liberarsi della scimmia, neanche durante la lettura dei testi sacri nelle funzioni. Secondo Hesselius, la persecuzione sovrannaturale fu dovuta proprio all’abuso del tè verde, che avrebbe facilitato il contatto con la realtà spirituale.
In questa storia l’autore ben rende il senso di impotenza e la disperazione prodotti dall’azione di uno «spirito infernale», una “peccaminosa” scimmia. Magistrale la chiusa medico-metafisica, in cui Hesselius dà una spiegazione convincente della malattia spirituale di Jennings, dovuta al deteriorarsi del “fluido” circolante tra cervello e nervi, e al conseguente aprirsi dell’«occhio interiore».



Il demone d’ogni giorno (The Familiar): Nel 1794, rientrato a Dublino, il Capitano della marina Sir James Barton s’innamorò della giovane e bella Miss Montague. Una sera, dopo una visita all’innamorata, il Capitano passò per una strada isolata e silenziosa, dove iniziò a sentire dei passi, come di qualcuno che lo seguisse. Si voltò, ma non vide anima viva. Riprese a camminare e i passi riprendevano dietro di lui, ma nessuno rispose alla sua voce. Nelle settimane seguenti, l’invisibile inseguitore lo tormentò più volte nelle sue passeggiate, arrivando a minacciarlo anche per lettera. Una volta si avvicinò al Capitano un uomo basso, con un cappello di pelliccia, che lo fissò con ostilità e aria di minaccia: Barton, che evidentemente lo riconobbe, ne rimase stravolto. Neanche l’intervento del Generale Montague, padre della fidanzata, riuscì a salvare Barton dalla vendetta di un uomo morto a causa delle sue azioni malvagie.
In questo racconto, rielaborazione del precedente The Watcher del 1851, è il senso di colpa a richiamare la meritata punizione (nonostante una ben costruita facciata di rispettabilità) e ad evocare l’intervento sovrannaturale. O meglio, probabilmente sovrannaturale: non a caso, Hesselius non si pronuncia.



Il Giudice Harbottle (Mr. Justice Harbottle): Un anziano creditore raccontò al corrispondente di Hesselius la storia di un fantasma che infestava una casa di Westminster: il «giudice impiccatore» Elijah Harbottle, che in vita ebbe fama di essere l’uomo più malvagio d’Inghilterra.
Nel 1746, Harbottle fu informato di una congiura giacobita contro i giudici e del pericolo che correva se avesse presieduto al processo al droghiere Lewis Pyneweck. Nessuno sapeva che Pyneweck era il marito separato di Flora Carwell, governante e amante di Harbottle. Il Giudice, quindi, non ebbe problemi a condannare l’uomo a morte. Qualche giorno dopo Harbottle fu informato del processo avviato contro di lui per aver falsificato le prove del caso e venne condotto in tribunale. In un viaggio surreale e spaventoso, il Giudice vide un suo defunto servitore, che aveva fatto arrestare per il presunto furto di un cucchiaio, e un enorme patibolo a tre bracci, con decine di impiccati, sopra il quale un boia sventolava una corda pronta per lui. In una tetra aula di tribunale, dove troneggiava il giudice capo Twofold, Harbottle fu accusato da Pyneweck e condannato a morte. Mentre due fabbri gli chiudevano attorno alla gamba un anello di ferro rovente, il Giudice si risvegliò nella sua casa in preda a un attacco di gotta. Ma sembra che il processo non fosse frutto della sua mente: il suo destino era segnato.
Insieme a Carmilla, Il Giudice Harbottle (anche questo rielaborazione di un precedente testo, ovvero An Account of Some Strange Disturbances in Aungier Street, del 1853) risulta il racconto più riuscito della raccolta. In un magistrale crescendo, Le Fanu vi tocca vette di puro orrore, in particolare nell’onirica, macabra visione della forca (la scena è ispirata a una nota incisione di Hogarth), del grottesco processo e delle torture sofferte da Harbottle. Il richiamo della realtà sensibile dell’attacco di gotta è un abile depistaggio per il lettore, che rimane sospeso nell’indecidibilità tra spiegazione razionale e aggressione spettrale. Quella dell’hanging judge è poi «un’efficace maschera», descritta con ironia pungente, che rimanda a storici oppressori e a un vero e proprio filone, inaugurato da Walter Scott e che vede Le Fanu tra i maggiori artefici (rimandiamo in proposito all’ampia trattazione di Franco Pezzini su Carmilla on line).



La stanza al Dragon Volant (The Room in the Dragon Volant): Nel 1815, nei giorni della caduta di Napoleone, dopo aver ereditato una piccola fortuna, il giovane inglese Richard Beckett si mise in viaggio per la Francia. Sulla trafficata via da Bruxelles a Parigi, il giovane prestò soccorso a una carrozza in difficoltà, invaghendosi della graziosa occupante nascosta da un velo nero. La sera, Beckett si fermò nella stessa locanda della dama, che riuscì a incontrare per pochi attimi, e strinse amicizia con il Marchese d’Harmonville. Questi gli rivelò che il nobile da lui soccorso era il Conte di St. Alyre, sposato a un’affascinante donna assai più giovane, che tormentava con la sua morbosa gelosia e della quale intendeva vendere i preziosi gioielli. Dopo aver salvato la Contessa e il marito dall’aggressione del colonnello Gaillarde, un ufficiale esaltato e un po’ matto, Beckett ebbe in dono una rosa bianca e una fugace parola d’amore.
Giunto a Parigi dopo un complicato viaggio, Beckett fu invitato dal Marchese a un sontuoso ballo in maschera a Versailles e condotto in una locanda fuori mano, Le Dragon Volant. Si diceva che il pittoresco e solitario edificio fosse infestato dagli spiriti e che vi fossero scomparse delle persone. Impegnato nel corteggiamento della Contessa, Beckett stava per diventare uno degli scomparsi, essendo stato preso di mira da un gruppo di truffatori senza scrupoli, e finendo, drogato e in catalessi, inchiodato in una cassa da morto.
In questo avventuroso (e non propriamente fantastico) romanzo breve lo stile si fa più brillante e scherzoso. Nella riuscita cornice di una Francia in rapido cambiamento, l’ingenuo sognatore Beckett affronta intrighi e misteri che si susseguono in una storia avvincente, nonostante la prevedibilità della trama. Comunque il capitolo finale della (quasi) sepoltura prematura del protagonista vale, da solo, la lettura (scena che riproporrà Dreyer nel suo Vampyr). Un orrore talmente grande da risultare inesprimibile l’esser sepolti vivi, come riconosce il protagonista: «Non proverò neanche a descrivere ciò che è impossibile descrivere, ossia le mille forme che assumeva l’orrore dei miei pensieri».



Carmilla (Carmilla): Vedi recensione del 27 ottobre 2013.

In a Glass Darkly mostra tutta la capacità narrativa ed evocativa di Le Fanu, impareggiabile maestro della ghost story in grado di trascinare il lettore d’oggi nel mondo vittoriano, per poi precipitarlo in realtà intangibili e spaventose. L’autore irlandese ambienta in maniera credibile le sue storie nella quotidianità ottocentesca, attualizzando il genere gotico; poi, con il comparire di uno specchio o di un infuocato tramonto, ecco fare irruzione il sovrannaturale, che risulta inspiegabile solo se non ricondotto a un reale mondo degli spiriti (una concezione esplicitamente swedenborghiana). D’altra parte, come riporta puntualmente Luca Manini nella prefazione, per la scelta del titolo In a Glass Darkly Le Fanu si rifaceva a un passo biblico, la prima lettera di san Paolo ai Corinzi: «Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa», in riferimento ai limiti della visione terrena, la quale non coglie che un’ombra della realtà. E attraverso le parole dei suoi personaggi e del «medico filosofo» Hesselius, primo detective dell’occulto della letteratura moderna, Le Fanu rivela l’esistenza di «un mondo spirituale, un sistema il cui operare ci è in genere pietosamente celato»: pietosamente perché si rivela per lo più «un sistema maligno, implacabile e onnipotente», di cui i protagonisti di questi racconti cadono vittime per certe peculiari abitudini e predisposizioni dell’animo. Personaggi che sono spesso animi solitari, ma che non si sottraggono alla società, di cui sono membri agiati e ben integrati, pur preferendo frequentare una ristretta cerchia di amici. Una buona società il cui perbenismo risulta spesso una facciata piena di crepe e, alla fine, fantasticamente smascherata.

Risorse Web:
Miraviglia Editore
Franco Pezzini, “Joseph Sheridan Le Fanu e le sorprese del tè verde”
Le Fanu su Carmilla on line
Le Fanu su Wikipedia
Le Fanu Studies
 

sabato 27 settembre 2014

Dampyr - N.165

Titolo: DAMPYR, N.165
Episodio: LA FINE DELLA CACCIA
Soggetto: CLAUDIO FALCO
Sceneggiatura: CLAUDIO FALCO
Disegni: GIULIANO PICCININNO
Colori: no
Copertina: ENEA RIBOLDI
Lettering: OMAR TUIS
ISBN: no
Pagine: 96
Edizione: SERGIO BONELLI, 12-2013

Una telefonata anonima avverte il dampyr della presenza di un pericoloso Maestro della Notte, di nome Krigar il cui ritratto è affisso nel museo nazionale di Stoccolma. Il team di Vampire Hunters si reca in Scandinavia e, non appena visto il quadro, s’instaura un collegamento fra il Maestro e Harlan.
Mentre Tesla è di guardia, l’autore della telefonata si fa avanti e la vampira riesce a catturarlo, si tratta di un vampiro di nome Gunnarson, trasformato da Krigar durante la guerra dei Trent’anni dove entrambi militavano nell’esercito svedese. Gunnarson in questi 400 anni non ha fatto che alimentare il suo odio verso il proprio creatore e ha rintracciato Harlan affinché lo aiuti a eliminarlo.
Il Maestro, che riposa in una vecchia villa sul fiordo nel nord della Norvegia, ripristina il legame con Gunnarson costringendolo ad attaccare il dampyr ma, riacquistato un momento di lucidità, l’ex soldato riesce a mordere Harlan trasmettendogli il legame col maestro prima di soccombere al potere del sangue di dampyr.
Dopo qualche ricerca, i nostri eroi riescono a localizzare il rifugio di Krigar ma dovranno fare i conti anche col suo esercito di non-morti, nascosti in un sottomarino inabissato in attesa che il loro comandante li arruoli per un’altra battaglia.

Più volte abbiamo segnalato il connubio fra vampiri e guerra come soggetto dominante di questa testata bonelliana e, anche in questo caso, vi troviamo evidente conferma: Krigar è innanzitutto un valente condottiero e fa la sua comparsa proprio durante i grandi scontri bellici che hanno plasmato la storia del mondo, la relativa pace dopo la Seconda Guerra Mondiale lo ha costretto a ritirarsi in attesa di un nuovo conflitto in cui dar prova del suo valore militare.
La storia diFalco è ben articolata, i numerosi flash-back e cambi di ambientazione non ostacolano in alcun modo la lettura dell’albo.
Pregevoli i disegni di Piccininno che spiccano per la dinamicità delle scene e per un diligente uso delle onomatopee, bella e piuttosto fedele anche la riproduzione delle divise degli eserciti dai quali si evince la minuziosa opera di ricerca compiuta prima di realizzare le tavole.

Risorse Web:
Un'interessante intervista a Claudio Falco
Giuliano Piccininno su Wikipedia
Blog di Enea Riboldi
Sergio Bonelli Editore
Dampyr su Wikipedia
 

giovedì 25 settembre 2014

Dampyr - N.164

Titolo: DAMPYR, N.164
Episodio: LAMIAH VIVE
Soggetto: MAURIZIO COLOMBO
Sceneggiatura: MAURIZIO COLOMBO
Disegni: MAJO
Colori: no
Copertina: ENEA RIBOLDI
Lettering: OMAR TUIS
ISBN: no
Pagine: 96
Edizione: SERGIO BONELLI, 11-2013

Questo numero di Dampyr segna alcuni grandi ritorni: Maurizio Colombo alla sceneggiatura, Majo ai disegni e Lamiah, la bellissima vampira che debuttò nel numero 9 della serie e che tutti speravano di rincontrare, prima o poi.

I notiziari televisivi mandano in onda una serie di disordini che stanno lacerando Berlino, gli abitanti del quartiere più povero della città si stanno ribellando a un’organizzazione che vuole trasformare il quartiere in una zona residenziale. Il loro leader, Hans Senzaterra, è una vecchia conoscenza dei nostri eroi, che approfitta dei media per lanciare un appello destinato proprio a loro.
Mentre sono in viaggio per Berlino, Harlan incontra in sogno Lamiah, la vampira che credeva di aver sconfitto, e sospetta di incontrarla presto. Infatti, durante una manifestazione dei senzatetto, Harlan e Lamiah si incontrano e la vampira lo invita a seguirlo nella sua nuova dimora; si tratta di un edificio ormai abbandonato nei cui sotterranei vivono ancora i sopravvissuti ad un esperimento nazista e la loro ormai scarsa progenie.
Gli ex nazisti e i magnati che vogliono trasformare il quartiere di Berlino sono le stesse persone, diventate una società chiamata “Tabula Rasa”, e si stanno muovendo per fermare nel sangue la ribellione. Harlan e Lamiah si troveranno a collaborare per ostacolare i loro piani e assicurare un futuro ai reietti di Berlino.

Maurizio Colombo ha ripreso la narrazione proprio dove l’aveva lasciata nel 2000 mantenendo uno stile cinematografico che ben si adatta alla vicenda.
I disegni diMajo assecondano appieno le scelte dello sceneggiatore compreso l’effetto tenue e sfumato dedicato ai flash back del periodo nazista.
I personaggi vengono presentati tenendo in considerazione gli aspetti umani della loro relazione, rendendoli così più vicini al lettore che si trova a sorridere davanti ai commenti di Harlan e dei suoi amici davanti alla TV, che sta trasmettendo un moderno film vampirico tutto miele e sentimenti, e a commuoversi davanti alle premure di Lamiah nei confronti della bambina che ha salvato dall’esplosione dell’edificio.

Risorse Web:
Maurizio Colombo su Wikipedia
Majo su Wikipedia
Blog di Enea Riboldi
Sergio Bonelli Editore
Dampyr su Wikipedia
 

venerdì 11 luglio 2014

Speciale Dampyr - N.9

Titolo: SPECIALE DAMPYR, N.9
Episodio: GLI STUDENTI DELLA SCUOLA NERA
Soggetto: MAURO BOSELLI
Sceneggiatura: MAURO BOSELLI
Disegni: PAOLO BACILLIERI
Colori: no
Copertina: ENEA RIBOLDI
Lettering: LUCA CORDA
ISBN: no
Pagine: 176
Edizione: SERGIO BONELLI, 11-2013

Dopo un lunghissimo intervallo di tempo, vediamo Harlan Draka aggirarsi nuovamente nel magico territorio ghiacciato dell’Islanda, in compagnia della strega neo-pagana Gudrun che abbiamo conosciuto nei numeri 33 -34 della serie.

Negli ultimi tempi il sonno di Gudrun è turbato da incubi ricorrenti ambientati nel passato, la ragazza rivive la storia di una sua antenata accusata di stregoneria e miracolosamente sopravvissuta al rogo grazie a un misterioso pellegrino.
Contemporaneamente il vescovo di Reykjavik, dopo aver ricevuto un antico volume recante l’iscrizione “Svartà Skola” , scompare misteriosamente, la polizia locale brancola nel buio in quanto non v’è alcuna traccia che possa aiutare a trovare il religioso.
Gudrun, attraverso alcuni messaggi runici riesce a raggiungere il dampyr che arriva in Islanda sospettando che dietro al mistero della “Svartà Skola”, la scuola nera, ci sia lo zampino di un maestro della notte.
Dopo essersi rivolti alle autorità locali, incontrando solo silenzio e diffidenza, i due decidono di lasciarsi guidare dai sogni (nei quali Harlan incarna il guerriero Egil - una - mano) per raggiungere il luogo dove è nascosta la misteriosa scuola, ignari del fatto che il detective Sigurdur li sta pedinando.
Gudrun, Harlan e il malcapitato Sigurdur saranno presto catapultati all’ingresso della Scuola Nera e, una volta varcatane la soglia, saranno costretti a seguire le lezioni impartite dai demoni facenti parte del corpo docente. Dovranno affrontare numerosi ostacoli prima di trovare il vescovo e uscire sani e salvi da quell’inferno.

L’avventura diBoselli, come indicato nella prefazione, è ispirata alle leggende locali che l’hanno accompagnato durante i suoi viaggi in Islanda, è una delle migliori storie dampyriane mai scritte, gli elementi onirici e magico folklorici compenetrano nella vicenda giallistica (la scomparsa del vescovo) fino a diventare inscindibili, costringendo persino lo scettico Sigurdur ad accettare la natura demoniaca degli avversari. A rendere speciale quest’albo non contribuiscono solo il formato e l’eccellente sceneggiatura, le tavole di Bacilieri, caratterizzate da uno stile personale e particolarmente evocativo, ricordano le illustrazioni dei libri di fiabe e donano, al lettore più adulto, un pizzico di quell’infantile meraviglia e genuino terrore che la vita quotidiana spesso costringe ad accantonare.

Risorse Web:
Mauro Boselli su Wikipedia
Paolo Bacillieri su Wikipedia
Sergio Bonelli Editore
Pagina Facebook di Paolo Bacilieri
Blog di Enea Riboldi
Dampyr su Wikipedia
Sergio Bonelli editore
 

mercoledì 2 luglio 2014

Dracula… non muore mai: intervista a Franco Pezzini

Abbiamo già in passato parlato della rassegna TuttoDracula, organizzata dalla LUI (Libera Università dell’Immaginario) e conclusasi lo scorso 21 marzo, dopo un ciclo di seminari durato circa un anno e mezzo. In occasione della chiusura dei lavori, abbiamo fatto quattro chiacchiere con il curatore di questa mastodontica rassegna, Franco Pezzini, approfittandone per fare il punto sullo stato della ricerca sul capolavoro stokeriano e sulla percezione della figura di Dracula nell’immaginario collettivo odierno.

Qui potete leggere il testo integrale dell’intervista: Dracula… non muore mai.

Di seguito qualche piccolo estratto:

«Dracula parla il linguaggio non soltanto storico, sociale e di costume, ma anche metatestuale e simbolico del proprio tempo. I riferimenti religiosi sotto traccia sono continui, e conferiscono a personaggi e situazioni una forza simbolica molto più provocatoria e inquietante di quanto possiamo cogliere a una lettura non critica; ma ci sono richiami anche alla letteratura classica, oppure – e frequentemente – al dibattito scientifico d’epoca.»

«In tempi non sospetti si notava che la storia cinematografica di Dracula – quella che impatta più direttamente sull’immaginario collettivo – ha conosciuto quattro grandi fasi: e a parte la prima (l’età delle origini, che trova nel Nosferatu di Murnau l’espressione più significativa), la seconda e la terza dominate rispettivamente dalle icone di Lugosi e di Lee hanno conosciuto ciascuna un’evoluzione trentennale. Con una dinamica ricorsiva: un decennio di ascesa, uno di apogeo e uno di contrazione […]. Con la quarta fase, quella del revival neogotico avviato negli anni Novanta, e dominato dal film di Coppola, sembra essere accaduto qualcosa di simile, salvo il fatto che l’apogeo coincide con il dilagare mediatico dei vampiri nell’età Twilight – al quale è seguita ovviamente la contrazione».

Risorse Web:
TuttoDracula
Libera Università dell’Immaginario
Pagina Facebook della LUI
 

mercoledì 23 aprile 2014

Vampire Hunter D - Vol.5

Titolo: VAMPIRE HUNTER D, Volume 5
Soggetto: HIDEYUKI KIKUCHI
Scenegg.: H.KIKUCHI, S.TAKAKI
Disegni: SAIKO TAKAKI
Colori: no
Copertina: SAIKO TAKAKI
Traduzione: GIORGIO BORRONI
Lettering: n.i.
ISBN: 978-88-6634-025-6
Pagine: 242
Ed. orig.: DIGITAL MANGA, 12-2010
Ed. italiana: J-POP, 06-2011
Il quinto numero del manga Vampire Hunter D è tratto dal romanzo Yumenarishi “D” («“D”, La materia dei sogni») di Hideyuki Kikuchi, del 1986.

D viene chiamato in sogno presso un’antica magione, dove una fanciulla sta ballando con un nobile. Si risveglia prima di scoprire altro, ma strada facendo si trova in un villaggio dove tutti sembrano conoscerlo. E, di fatti, gli abitanti lo hanno visto in un sogno indotto dalla giovane Sybille Schmitz. D raggiunge l’ospedale, dove il dottor Allen lo informa che la fanciulla è in coma da trent’anni: fu trovata nel bosco con due segni sul collo e da allora dimostra l’età di diciotto anni.
Indagando sul periodo in cui i nobili dimoravano nel villaggio, l’unico che desse loro ospitalità, D si imbatte nella giovane Nan, misteriosamente legata a Sybille da quando guarì da una grave malattia. Quindi conosce la vecchia signora Sheldon, la quale gli racconta che i nobili partirono quando lei era bambina, oltre un secolo prima, e nessuno sa dove andarono: solo uno di loro tornò trent’anni prima. Poi D viene attaccato da un contadino e dai suoi amici, contro i quali viene sostenuto dallo sceriffo Bogen. Continuando le ricerche, D scopre che lo sceriffo è da sempre innamorato di Sybille e realizza che nel villaggio regna una sorta di distorsione spazio-temporale: è un mondo creato dal sogno di Sybille, e per tornare libero dovrà affrontare segreti nemici ed esaudire la tremenda richiesta di Sybille.

Sebbene il racconto sia a tratti poco lineare e popolato di mostri improbabili, questo episodio risulta riuscito grazie al tratto di Saiko Takaki, ormai pienamente maturo e consapevole. I disegni dell’artista sono eleganti, tutti tesi ad esaltare le espressioni dei volti e degli occhi: la bella Nan esprime la sua vitalità e la sua voglia d’amore con occhioni sognanti; lo sguardo dello sceriffo è deciso e glaciale; gli occhi di D sono infossati, malinconici e comunicano con efficacia tutta la sofferenza della sua condizione.

Risorse Web:
Sito ufficiale
J-Pop
 

venerdì 21 marzo 2014

True Blood - Vol.5

Titolo: TRUE BLOOD, Vol.5 – BALLA CON ME
Testi: M. McMILLIAN, A. NOCENTI
Disegni: MICHAEL GAYDOS, BENI LOBEL, GREG SCOTT
Colori: M. MAIOLO, E. SANZ
Copertina: TIM BRADSTREET
Traduzione: ANDREA TOSCANI
Lettering: ALESSANDRO BENEDETTI
ISBN: 978-88-9120-374-8
Pagine: 128
Ed. orig.: IDW PUBL., 10-2012/02-2013
Ed. italiana: PANINI COMICS, 01-2014

La pubblicazione della serie regolare a fumetti di True Blood procede con questo volume, che raccoglie gli albi 6-10.

Come ogni anno in occasione della tradizionale fiera delle armi da fuoco, a Bon Temps giungono molti espositori e visitatori da tutta la Louisiana. La notte prima dell’inaugurazione viene ritrovato il corpo massacrato di un uomo su uno strano simbolo inciso nel terreno, forse opera di un lupo mannaro. Jason Stackhouse chiede aiuto ad Alcide e al padre, che riconosce il simbolo del Branco Spettrale, una leggenda riconducibile a Croatoan, il dio che diede vita al primo licantropo e che concede la sua forza al capobranco con il suo amuleto. Periodicamente quindi si celebra la “Grande Caccia”, un rito che prevede lo sterminio di intere cittadine, e la prossima è proprio Bon Temps. Chester prima però raggiunge il Fangtasia, per avvisare Northman di non interferire, dimostrandosi più forte dello stesso Sceriffo.
Chiaramente Eric non accetta la sconfitta e tantomeno di lasciare Sookie alla mercé del branco. La cittadina è messa sotto assedio e si ritrovano a combattere anche Jessica e i Bellefleur. Per sconfiggere Chester, Sookie, Eric e Alcide dovranno unire le forze e affrontarlo insieme.

Discreta la storia narrata in quest’albo, che intriga in particolare per il tema delle leggende dei mannari e dei loro massacri rituali. L’azione risulta tutto sommato prevedibile, ma avvincente. I disegni non eccelsi di Gaydos sono fortunamente intercalati dalle ottime tavole di Beni Lobel e di Greg Scott.

Risorse Web:
Michael McMillian su Wikipedia
Ann Nocenti su Wikipedia
Sito internet di Michael Gaydos
Panini Comics
 

giovedì 6 marzo 2014

True Blood - Vol.4

Titolo: TRUE BLOOD, Vol.4 – TU DOV’ERI?
Testi: MICHAEL McMILLIAN, ANN NOCENTI
Disegni: MICHAEL GAYDOS, FEDERICA MANFREDI
Colori: M. MAIOLO, I. TRAVERSI
Copertina: TIM BRADSTREET
Traduzione: ANDREA TOSCANI
Lettering: ALESSANDRO BENEDETTI
ISBN: 978-88-6304-873-5
Pagine: 128
Ed. orig.: IDW PUBL., 05/09-2012
Ed. italiana: PANINI COMICS, 07-2013

La notte della “Grande Rivelazione”, quando la vampira Nan Flanagan, in diretta TV, ha annunciato l’esistenza delle creature della notte, l’opinione pubblica è stata sconvolta. Abbiamo visto la nascita di movimenti pseudo religiosi che non hanno mai voluto accettare questi nuovi cittadini americani e chi, rassicurato dall’invenzione del sangue sintetico, non li ha mai considerati come una minaccia e si è comportato secondo le regole del buon vicinato; se ne è addirittura fatto una ricorrenza da festeggiare: la notte delle bare.
Questo numero della serie a fumetti True Blood si colloca fra la quarta e la quinta stagione TV del telefilm, durante i festeggiamenti per la ricorrenza del coming out dei vampiri.

La maggior parte della gente è in strada a fare baldoria e al Merlotte’s, se si escludono gli avventori abituali come Jane Bodehouse, la serata è piuttosto piatta, tanto che Sookie e Sam hanno tempo di conversare ricordando com’erano le cose prima della rivelazione. Le confidenze sono presto interrotte dall’arrivo di Chow che offre a Sookie un lauto compenso affinché termini la serata lavorando come cameriera al Fangtasia: la ragazza accetta e prende servizio nel locale per vampiri ma l’arrivo di un pacco indirizzato a Eric interrompe bruscamente i festeggiamenti. La scatola contiene i resti, ridotti in poltiglia, di Chow e sembra che la consegna sia stata fatta da un vampiro tatuato come Godric; seppur perplessi, Sookie e i vampiri del Fangtasia sanno che non è possibile che, dopo essersi immolato alla luce del sole, il creatore di Eric sia tornato in vita. Si tratta, infatti, di un antico nemico di Eric, Remus, uno dei pochi vampiri sanguinisti, devoti a Lilith e convinti della supremazia della loro razza rispetto a quella umana, tornato per la resa dei conti con Eric e Bill, che in più di un’occasione gli hanno messo i bastoni tra le ruote.
L’intervento di Alcide con indosso una vetusta armatura d’argento, trovata fra le cianfrusaglie collezionate da Eric nel corso dei secoli, riuscirà a fermare Remus che, condannato alla vera morte dal Re della Louisiana Bill, lancerà le sue ultime maledizioni mentre il sole consumerà le sue carni.

Michael McMillian, già interprete di Steve Newlin nella serie TV, si è mostrato in grado di proporci anche un’ottima storia a fumetti distribuendo i vari flashback nel corso della narrazione senza compromettere la comprensione della trama.
I disegni, caratterizzati da tratti essenziali dagli spessi contorni colpiscono per la dinamicità e l’espressività sacrificando i dettagli per dare importanza al pathos delle vicende. In mezzo a tanta azione vediamo anche una colta e fedele citazione al dipinto Lilith del preraffaellita John Collier. Le tavole dell’ultimo capitolo, disegnato da Federica Manfredi, appaiono più curate, il tratto è delicato e viene posta attenzione ai dettagli di costumi e sfondi, l’elemento di maggior pregio è l’effetto dell’evanescenza-supervelocità dei vampiri, giocato con sfumature e tratteggi.

Risorse Web:
Michael McMillian su Wikipedia
Ann Nocenti su Wikipedia
Michael Gaydos su Wikipedia
Sito internet di Michael Gaydos
Blog di Federica Manfredi
IDW Publishing
Panini Comics
 

domenica 26 gennaio 2014

Shi Ki - N.11

Titolo: SKI KI, N.11
Soggetto: FUYUMI ONO
Sceneggiatura: FUYUMI ONO, RYO FUJISAKI
Disegni: RYO FUJISAKI
Colori: no
Copertina: RYO FUJISAKI
Traduzione: ERNESTO CELLE, CHEKO TOBA
Lettering: PAOLA PAGANOTTO
Pagine: 192
Ed. originale: SHUEISHA, 2007
Ed. italiana: STAR COMICS, 12-2012

Siamo giunti all’ ultimo numero del manga Shi Ki, dove assisteremo all’epilogo delle tragiche vicende che si sono abbattute sul villaggio di Sotoba.
Gli abitanti di Sotoba, guidati dal dottor Ozaki, sono vittime di una sorta di frenesia collettiva che li porta a sterminare tutte le persone trasformate in vampiri, talvolta non si prendono nemmeno la briga di accertare la reale natura delle vittime designate, sacrificando alcuni innocenti alla loro causa.
Nel castello della famiglia Kirishiki, intanto, il priore giovane ha deciso di tenere compagnia a Sunako nelle ultime ore che le rimangono prima che i cacciatori di vampiri la raggiungano. Il monaco, animato da un senso di pietà nei confronti della giovane vampira, tenta di farla fuggire per poi nasconderla suo tempio.
Dopo qualche mese, degli eventi accaduti a Sotoba resta solo il mistero sulle cause della morte di alcuni cadaveri rinvenuti. L’unico uomo che può far chiarezza sulle vicende è Il priore Muroi, però ha fatto perdere le sue tracce dopo aver fatto pubblicare il suo ultimo romanzo: Shi Ki.

E’ innegabile che questo manga sia uno dei migliori prodotti vampirici degli ultimi anni, il duo Ono- Fujisaki non si è lasciato corrompere dalle mode letterarie post-twilight. La natura del vampiro non è stravolta, rimane una creatura assetata di sangue e priva di scrupoli, talvolta resta qualche barlume dell’umanità perduta conferendogli l’oscuro fascino malinconico della tradizione letteraria. I disegni di Fujisaki non appagano i gusti di tutti ma, guardando oltre le improbabili acconciature, gli abiti e le anatomie esili e allungate, è impossibile non domandarsi quale abisso celino quelle profonde cavità oscure degli occhi di Sunako e non rabbrividire di fronte alla follia negli sguardi di Masao.


Risorse Web:
Fuyumi Ono su Wikipedia
Ryu Fujisaki su Wikipedia
Star Comics