sabato 25 maggio 2013

Dracula il Vampiro

Titolo: DRACULA IL VAMPIRO (Dracula)
Regia: TERENCE FISHER
Soggetto: BRAM STOKER, JIMMY SANGSTER
Sceneggiatura: JIMMY SANGSTER
Interpreti: PETER CUSHING (Van Helsing), CHRISTOPHER LEE (Dracula)
Durata, Col., Orig.: 82’, C, GB
Produzione: HAMMER FILM PRODUCTIONS
Anno: 1958

TRAMA
3 maggio 1885. Jonathan Harker (John Van Eyssen), «studioso di chiara fama», sta raggiungendo il castello del conte Dracula a Klausenburg, dove ha ottenuto un incarico come bibliotecario (in realtà il suo intento è di porre fine al regno di terrore instaurato dal conte, che egli sa essere un vampiro). Al castello non c’è nessuno ad accoglierlo, ma Harker trova una tavola imbandita, un camino acceso e una lettera di Dracula, che si scusa per la sua assenza. Poco dopo entra una donna (Valerie Gaunt), che chiede aiuto all’ospite dicendosi prigioniera e fugge quando sopraggiunge Dracula.



Più tardi, la donna lo morde al collo, rivelandosi una vampira,1 ma viene scacciata dal conte. Il giorno dopo, Harker trova in cantina dei sepolcri in cui giacciono i due non-morti. Pianta un paletto nel cuore della vampira, che – in un’inquietante sequenza – assume le sembianze di una vecchia. Ma intanto è calato il buio e Dracula, ormai sveglio, sorprende Harker.
Nella locanda di Klausenburg giunge il dottor Van Helsing, alla ricerca di Jonathan. Ottenuto il diario del suo amico e collega, il dottore lo trova al castello, trasformato in vampiro, mentre Dracula fugge su un carro funebre.
Van Helsing si reca a Carlstadt per portare la notizia della morte di Jonathan alla fidanzata Lucy Holmwood (Carol Marsh). Lucy è a casa del fratello Arthur (Michael Gough) e della moglie Mina (Melissa Stribling), ammalatasi da qualche giorno di un male che ha lasciato interdetto Seward, il medico di famiglia (Charles Lloyd Pack). Van Helsing trova su di lei il marchio di Dracula, e dispone che la stanza sia riempita di fiori d’aglio. La notte, però, questi vengono tolti dalla cameriera (Olga Dickie) e al mattino la ragazza viene trovata morta. Il giorno dopo Arthur deve accettare la realtà: Lucy è diventata una vampira. L’animo di Holmwood torna sereno quando vede che il “trattamento” di Van Helsing riporta la pace sul volto di Lucy, finalmente restituita alla morte, in una scena di alta intensità drammatica. Ma a questo punto è Mina a rischiare la vita e l’anima, e sarà compito di Van Helsing e Holmwood scovare e sconfiggere Dracula.


CRITICA
Dracula il vampiro è una delle pellicole più citate e apprezzate del genere horror, non solo perché ha fatto la storia del genere, ma anche per la qualità di un film, «elegante, selvaggio, struggente»,2 che resiste inossidabile alla prova del tempo.
Ottima, innanzi tutto, la regia di Terence Fisher (1904-1980), la cui perizia ci ha regalato sequenze memorabili: tra tutte, la scena in cui Van Helsing brucia la fronte di Lucy con la croce e quella dell’esecuzione della prima sposa di Dracula, di cui lo spettatore scorge solo l’ombra proiettata sul muro, dopo aver visto i vampiri nelle bare con le labbra sporche di sangue. Non sono molti i dialoghi, e l’atmosfera del film è dovuta in buona parte alle inquadrature e alla musica incalzante di James Bernard, efficaci nel produrre un effetto di mistero e suspense. I colori realistici usati da Fisher (coadiuvato dal fotografo Jack Asher) sono principalmente turchesi e neri, abbondantemente schizzati di rosso sangue.


Jimmy Sangster (1927-2011) curò la sceneggiatura, riprendendo solo in parte le vicende del romanzo (questa è comunque a detta di molti la trasposizione più fedele allo spirito originale dell’opera di Stoker), ma riuscendo in ogni caso a sviluppare un buon intreccio e a calare nell’atmosfera dell’Inghilterra vittoriana, «Paradiso perduto del fantastico».3
Il successo del film fu dovuto anche alle formidabili performance dei due protagonisti, Lee e Cushing, coadiuvati da ottimi interpreti quali Michael Gough, John Van Eyssen, Carol Marsh. Lee e Cushing, «dioscuri della notte», incarnano i due poli opposti del Male e del Bene: da un lato il Mostro portatore di Caos, dall’altro l’Eroe restauratore dell’Ordine cosmico.4
Peter Cushing (1913-1994) è un Van Helsing distinto, elegante e di buone maniere, ma anche implacabile e determinato nel combattere il male. È il degno rappresentante di un mondo scientifico illuminato (ben distante dalla misera scienza dei medici di provincia) che non concede spazio all’incredulità: l’esistenza dei vampiri non viene mai messa in discussione (siamo nei territori del Meraviglioso) e sin dall’inizio lo scienziato riconosce che «non si tratta di superstizione». Qui «non c’è spazio per visioni oniriche, esperienze incerte, verità non verificabili: il vampiro è materia per medici e biologi, non per filosofi o teologi»5 (anche se nel successivo Le spose di Dracula scopriamo che Van Helsing è dottore in filosofia e teologia, oltre che professore in metafisica). Molte le sfaccettature che Cushing riesce a dare al suo personaggio: notevole in particolare la scena dell’esecuzione di Lucy vampira, che il dottore accetta di uccidere subito, rinunciando al proposito di usarla come esca perché mosso a pietà dal dolore di Arthur. D’altra parte il rigore morale di un Van Helsing «ascetico» è l’unico vero antidoto alla carica erotica del vampiro.


Dal canto suo, Christopher Lee (1922) è «a tutt’oggi il Dracula più stokeriano della storia del cinema»,6 non solo per la corrispondenza fisica, ma anche per la personalità magnetica, per il mix di gelo e carica erotica, per l’aria di minacciosità. Il Dracula, come lo intende Lee, è un personaggio «piuttosto umano, con una terribile solitudine del Male».7 Ma anche dalla presenza scenica imponente, infusa di una «seduttività del tutto nuova, insieme erotica e ferina», e «spaventoso liberatore delle donne vittoriane del ceto medio».8
Sul cruciale, velato erotismo della pellicola, Fisher dichiarò: «non trascuro né l’aspetto freudiano, né quello sessuale; bisognava mostrare, in Dracula, sia la passione, il fascino provato dalle vittime per il loro carnefice, sia la repulsione».9


Inoltre con questo film e con le altre produzioni Hammer coeve, l’horror guadagnava finalmente una sua estetica: «Se il cinema vampirico e horror americano aveva abituato a guardare l’orrore da una porta socchiusa [...] ora la porta è spalancata: il sangue sgorga rosso, i morsi lasciano piaghe evidenti, l’impalamento del vampiro è ripreso in primo piano».10

NOTE
1. Valerie Gaunt è la prima vampira del cinema a mostrare i canini (cfr. Fabio Giovannini, Il libro dei vampiri. Dal mito di Dracula alla presenza quotidiana, Dedalo, 1997, p.52).
2. Rudy Salvagnini, Dizionario dei film horror, Corte del Fontego, 2007, p.229.
3. Franco Pezzini e Angelica Tintori, Peter & Chris. I Dioscuri della notte, Gargoyle, 2010, p.76.
4. Ibid., p.97.
5. Ibid., p.87.
6. Franco Pezzini e Angelica Tintori, The Dark Screen. Il mito di Dracula sul grande e piccolo schermo, Gargoyle, 2008, p.231.
7. F.Pezzini e A.Tintori, Peter & Chris, cit., p.77.
8. Ibid., p.91 (citazione da M.A. Miller, Christopher Lee and Peter Cushing and Horror Cinema, McFarland, 1995).
9. Maurizio Fantoni Minnella, Morire di piacere. Il mito del vampiro nel cinema, GS Editrice, 2000, p.110.
10. F.Giovannini, Il libro dei vampiri, cit., pp.54-55.




Risorse Web:
Scheda di Imdb
Hammer Films
Peter Cushing, ascetico Van Helsing
 

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