martedì 11 dicembre 2012

Sensibilia - N.4

Titolo: SENSIBILIA, N.4
Curatore: GLORIA GALLONI, MANRICA ROTILI
Autore: MANCINI, ANTOMARINI, BORTOLOTTI, CECCHI, CERVINI, CIMATTI, CORBELLINI e SIRGIOVANNI, M.G. DI MONTE, M. DI MONTE, DRAGOTTO, FRANZINI, GRIFFERO, IALENTI, LATINI, MASSENZIO, MAZZOCUT-MIS, MORABITO e GALLONI, SABATO, SOMAINI, SORCE
Pagine: 340
Edizione: Mimesis, 2011
L’ultimo numero della rivista “Sensibilia”, pubblicato lo scorso anno dalle edizioni Mimesis, è dedicato al Dolore, tema dell’edizione 2010 dell’omonimo seminario permanente. Nel volume compare, tra una ventina di interessanti articoli, Il bacio del vampiro: erotismo, dolore, consunzione, morte, saggio di Bruna Mancini, ricercatrice di Letteratura inglese presso l’Università della Calabria, che riprende parte di un più ampio studio pubblicato nella raccolta Universi del fantastico (ESI, 2009).

Il testo è incentrato sul rapporto tra dolore e piacere, tra repulsione e attrazione che il vampiro suscita nelle proprie vittime. Questa creatura provoca in chi la incontra sentimenti opposti e discordanti: si pensi al Lord Ruthven di Polidori, che raggela il sangue nei suoi interlocutori ma, al tempo stesso, ha su di loro un forte potere di se-duzione. E che dire del povero Jonathan Harker del Dracula di Bram Stoker? La vista delle vampire del castello produce in lui una paura mortale, ma anche una irresistibile brama di essere morso, vittima di un diabolico incantesimo. Il morso del vampiro sarebbe quindi una metafora dell’atto sessuale, che la Mancini, parafrasando Georges Bataille, definisce «una perdita del sé nel desiderio/bisogno di perdersi nell’Altro», ma anche «un modo per superare il limite del moralmente e socialmente consentito del reale sfiorando la morte, il proibito, l’interdetto».
Il piacere che procura il vampiro è, però, invariabilmente accompagnato da un’indicibile sofferenza: le vittime subiscono una sorta di consunzione che conduce alla morte, diventando sempre più languide, smunte e deboli. Un destino condiviso da Lucy e Mina con le vittime di Carmilla, dall’omonimo racconto Le Fanu, le quali provano un “infinito dolore”, con brividi incontenibili, sensazione di soffocamento e infinita debilitazione, che sfocia in uno stato di eccitazione masochistica. D’altra parte, dolore e terrore, secondo Edmund Burke, provocano una forma di diletto dalle forti connotazioni erotiche.
Il piacere della condizione di Vita-nella-Morte diventa una vera e propria estasi nelle Cronache dei Vampiri di Anne Rice: al momento dell’inquietante e doloroso “trapasso”, il vampiro viene precipitato in un’orgia di nuove sensazioni. Il rovescio della medaglia, per i vampiri della Rice, è la penosa “malattia dell’immortalità”: una ricerca che si trasforma in “umanissima” e dolorosissima indagine sulle ragioni della (propria) esistenza.

Risorse Web:
Sensibilia
Sensibilia sul sito della Mimesis
 

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