domenica 28 luglio 2013

La Leggenda dei 7 Vampiri d'Oro

Titolo: LA LEGGENDA DEI 7 VAMPIRI D’ORO (The Legend of the 7 Golden Vampires)
Regia: ROY WARD BAKER, CHEH CHANG
Soggetto, scen.: DON HOUGHTON
Interpreti: PETER CUSHING (Van Helsing), DAVID CHIANG (Hsi Ten-an, Hsi Ching), JOHN FORBES-ROBERTSON (Dracula)
Dur., Col., Orig.: 83’, C, GB/HONG KONG
Produzione: HAMMER, SHAW BROTHERS
Anno: 1974

TRAMA
Transilvania, 1804. Kah (Chan Shen), sacerdote dei 7 Vampiri d’Oro, partito dal villagio cinese di Ping Kwei, dopo un lungo viaggio raggiunge il castello di Dracula. Il conte vampiro (John Forbes-Robertson) ascolta la storia del sacerdote, il cui Tempio ha perso il potere e i fedeli da quando i sette vampiri d’oro si sono addormentati. Per sfuggire al mausoleo dove è sepolto da tempo, Dracula accetta di risvegliare i vampiri e di aiutare Kah, assumendone le sembianze.
Chung King, 1904. Van Helsing (Peter Cushing) spiega a un uditorio di docenti di storia dell’università che in un sconosciuto villaggio cinese si abbatte periodicamente la maledizione dei sette vampiri d’oro.



Molti anni prima, il contadino Hsi Ten-an (David Chiang) volle affrontarli per salvare la figlia, ma riuscì solo ad uccidere uno dei sette strappandogli l’emblema del pipistrello d’oro. Secondo Van Helsing il vampirismo avrebbe avuto origine proprio nell’antica Cina. Egli vorrebbe l’aiuto dei docenti per continuare le sue ricerche, ma tutti gli danno del ciarlatano.



L’unico a credergli è Hsi Ching (ancora David Chiang), il quale racconta che Hsi Ten-an era suo nonno e che la leggenda risponde a verità: il villaggio esiste e si chiama Ping Kwei. Hsi Ching chiede l’aiuto di Van Helsing per debellare i vampiri. Viene così organizzata una spedizione, con l’aiuto finanziario dell’affascinante e ricca signora inglese Vanessa Buren (Julie Ege), che prende la palla al balzo per sfuggire alle poco gradite attenzioni del “bravaccio” locale Leung Hon (Wong Han Chan).
Alla spedizione partecipa anche Leyland Van Helsing (Robin Stewart), figlio del professore, e i fratelli Hsi, tutti maestri di arti marziali: Hsi Ching, che combatte a mani nude, i gemelli Sung (Feng Ko An) e San (Chen Tien Loong), imbattibili spadaccini, Tao (Ho Kei-Cheong), che ha «la forza di un vero drago» e utilizza le mazze, Po-Kwei (Wong Pau-Gei), che combatte con una lancia affilata, l’arciere Kwei (Liu Chia Yung), «l’uomo con la scure» Ta (James Ma), e, unica sorella, Mai Kwei (Shih Szu), incantevole e validissima combattente, di cui Leyland si innamorerà.



Durante il viaggio, dopo aver sconfitto gli uomini di Leung Hon, il gruppo viene attaccato da tre dei vampiri d’oro, ma riesce ad avere la meglio. Giunge quindi a Ping Kwei, dove prepara il terreno per la battaglia. Cala la notte e i vampiri attaccano, insieme ai morti viventi chiamati da Kah. Molti cadono da entrambe le parti e Mai Kwei viene rapita e portata al Tempio, dove Kah/Dracula deve affrontare ancora una volta il suo nemico di sempre, Van Helsing.



CRITICA
Nel cercare di risollevarsi da una grave crisi finanziaria, la Hammer provò la carta della contaminazione di horror, «sadismi orientali alla Fu Manchu» e arti marziali. Fu quindi con la specialista Shaw Brothers che coprodusse La Leggenda dei 7 Vampiri d’Oro (e in seguito, sempre nel 1974, Un Killer di Nome Shatter), ultimo capitolo della saga di Dracula/Van Helsing. Il risultato, però, non piacque alla Warner1 che, a differenza dei precedenti, rifiutò di distribuire il film in America,2 spingendo la casa inglese verso la bancarotta.3
Difficile dare torto alla Warner, per la verità. Dopo i primi suggestivi scorci transilvani, infatti, il film crolla al primo apparire di Dracula: l’assenza di Lee è già di per sé traumatica (Lee non volle proprio saperne di rimettere il mantello di Dracula), ma il vampiro di John Forbes-Robertson risulta poco credibile con la sua faccia verdastra e l’improbabile accento alla Lugosi (ma c’è da dire che l’attore fu, con suo disappunto, doppiato): per fortuna la sua presenza in scena copre pochi minuti.



L’idea dell’ambientazione cinese di una storia di vampiri è buona e l’interpretazione di Cushing permette al film di non naufragare del tutto. Interessanti i riferimenti al folklore e alla funzione apotropaica dei simboli religiosi locali: come nota Van Helsing, «in Europa i vampiri sono terrorizzati dal crocifisso, qui sarà l’immagine delle vostre divinità la nostra unica protezione». La sua lectio e la diatriba accademica che ne segue regalano qualche momento di emozione, ma troppo poco è lo spazio concesso al grande attore. Il film scorre per lo più tra combattimenti/balletti, improbabili incursioni dei sette vampiri dalla faccia di fango e lunghe sequenze dei brulli paesaggi cinesi: disastroso il make-up dei vampiri e i pipistrelleschi emblemi dorati. Avrebbero senz’altro meglio figurato i più inquietanti morti viventi di Kah: peccato non sia stato assegnato un ruolo narrativo a queste figure.



Ad ogni modo, La Leggenda dei 7 Vampiri d’Oro offre dei momenti di buon intrattenimento, per lo più legati alla presenza di Cushing. Curiosamente entusiasta della pellicola è Salvagnini: «il film, pur non riuscendo a fondere bene le sue due anime, è avvincente, curioso e interessante. L’ambientazione cinese conferisce nuovo vigore alla saga di Dracula e le scene di arti marziali, dirette dal non accreditato maestro Chang Cheh, sono belle e perfettamente inserite nel contesto». D’altra parte, Chiang e Szu erano «tra i migliori specialisti nel campo e fanno valere la loro abilità».4



NOTE
1. Cfr. J.Gordon Melton, The Vampire Book. The Encyclopedia of the Undead, Visible Ink Press, Canton, 1999, p.326.
2. Il film approdò negli USA solo nel 1978, grazie alla Dynamite Entertainment. Cfr. Massimo Introvigne, La stirpe di Dracula, Mondadori, 1997, p.330.
3. A questa pellicola sarebbe dovuto seguire un Dracula ambientato in India, Kali – Devil Bride of Dracula, in cui Van Helsing si sarebbe dovuto alleare con i religiosi indiani per combattere i vampiri transilvani. Il fantomatico Dracula Walks the Night, annunciato nel 1972, invece sembra nacque dalla fantasia di un fan. Cfr. Franco Pezzini e Angelica Tintori, The Dark Screen. Il mito di Dracula sul grande e piccolo schermo, Gargoyle, 2008, pp.590-592, 613-14.
4. Rudy Salvagnini, Dizionario dei film horror, Corte del Fontego, 2007, p.382.




Risorse Web:
Scheda di Imdb
Karavansara: Celebrating the Shadows – a feast of imagination
ToHorror Film Fest
Strategie Evolutive
Peter Cushing, ascetico Van Helsing
 

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