mercoledì 11 febbraio 2015

Guillermo Del Toro e Chuck Hogan, "La Caduta"

Titolo: LA CADUTA (The Fall)
Autore: GUILLERMO DEL TORO, CHUCK HOGAN
Anno: 2010
Edizione italiana: MONDADORI, 2011
Traduzione: G.L. STAFFILANO
Copertina: FOTO ©http://dis86.deviantart.com, ELABORAZIONE MARCELLO DOLCINI
ISBN: 978-88-04-61133-2
Pagine: 303
In occasione della recente trasmissione della serie TV “The Strain” riprendiamo in esame la brillante trilogia “Nocturna”di Guillermo del Toro e Chuck Hogan parlando del secondo volume: La Caduta.

L’epidemia che si è diffusa dopo l’atterraggio del Boeing 777 non è più circoscritta alla sola New York, ha varcato i confini degli USA e si è diffusa a livello mondiale.
Nella notte regnano i vampiri in cerca di nutrimento, che diventano sempre più numerosi; durante il giorno, quando i mostri si rifugiano nei sotterranei delle città, i superstiti ancora umani pregano di non subire la stessa sorte.
Solo un gruppo di persone conosce la reale natura di questa pandemia: l’anziano antiquario Abraham Setrakian, sopravvissuto all’Olocausto, l’epidemiologo Ephraim Goodweather, la sua collega Nora e il figlio Zack, e, infine il disinfestatore Vassily Fet. Insieme devono trovare il modo di porre fine al piano di conquista del Padrone, colui che ha portato il vampirismo in America e che comanda le schiere di non-morti. Un avversario che ha scelto bene con chi allearsi:promettendo la vita eterna al magnate Eldritch Palmer ha tutto il sostegno economico e militare di cui può aver bisogno.
Dopo un lungo periodo passato a documentarsi, Setrakian scopre che, per uccidere il Padrone, occorre impadronirsi di un antico testo occulto di cui resta solo una copia che sarà presto battuta a un’asta. L'impresa sembra davvero impossibile, non solo è necessaria una notevole quantità di denaro, l’altro contendente è proprio Palmer capace di ribattere a qualsiasi controfferta.

La prosa di Del Toro e Hogan si mantiene, anche in questo secondo volume, avvincente e adrenalinica, pur lasciando il dovuto spazio ai momenti introspettivi e ai flash back che ci portano nei campi di lavoro nazisti dove Setrakian ebbe la meglio, per la prima volta, sui vampiri. Goodweater sembra aver perso parte della determinazione che lo ha accompagnato nel primo romanzo, afflitto dalla trasformazione della moglie e preoccupato che riesca a impadronirsi dei Zack, dubita delle sue capacità di padre decidendo, infine, di affidare il figlio a Nora perché lo tenga al sicuro.
Il disinfestatore Fet si rivela una risorsa impagabile nella lotta contro i vampiri, è un uomo che non si arrende mai e trova sempre una soluzione pratica a qualsiasi problema debba fronteggiare.
Compaiono anche altri personaggi, taluni presto destinati a soccombere alla minaccia vampirica, il più interessante è l’astronauta Thalia che assiste impotente alla distruzione del pianeta in orbita sul suo shuttle e, paradossalmente, i suoi pensieri vanno alla quotidianità di prima della partenza per la missione spaziale.
Il substrato fiabesco che permea ogni opera di Del Toro è evidente già dalla prima pagina: Contrariamente alla credenza popolare, i vampiri si riflettono negli specchi. In quelli moderni, prodotti in serie, compaiono come l’occhio li vede. Ma in quelli rivestiti d’argento la loro immagine è distorta. Grazie a una proprietà fisica del metallo, a un’interferenza visiva, appaiono come le orrende creature virulente che sono; è una sorta d’avvertimento. Come nella favola di Biancaneve, uno specchio d’argento non può dire bugie.(pag.13-14) I vampiri di Del Toro e Hogan sono molto lontani dai bellimbusti che ci ha proposto la letteratura più recente; al momento del contagio il corpo subisce una radicale trasformazione, operata da sottili vermi parassiti, l’apparato respiratorio viene espulso, i capelli e i peli cadono, naso, orecchie e genitali si atrofizzano, gli occhi si coprono di una patina rossastra e compare una palpebra nittante. Per nutrirsi sono muniti di un organo simile a una grossa lingua che termina in un pungiglione dalla quale assumono il sangue delle vittime, in un certo qual modo ricordano i vampiri mutanti di Blade 2.
In questo volume si afferma la consapevolezza che i vampiri sono sempre esistiti fin dall’antichità, abili sì a nascondersi ma anche a penetrare nel nostro inconscio lasciandoci messaggi come, per esempio, quello che si usa per il rischio biologico che, seppur stilizzato, è effettivamente lo stigma che indica la razza vampirica. È il senso di onnipotenza della razza umana che ha fatto in modo che ci si accorgesse della gravità della situazione quando ormai era troppo tardi: Per distrarre l’attenzione, furono tirati fuori tutti i soliti spauracchi: crisi econimica, disagio sociale, il razzismo come capro espiatorio, minacce terroristiche.
Ma in fin dei conti eravamo proprio noi. Tutti noi. Avevamo lasciato che avvenisse perchéè non credevamo che potesse avvenire, eravamo troppo intelligenti. Troppo progrediti. Troppo forti.
(Pag.9)
Superata una certa diffidenza iniziale, l’opera di Del Toro e Hogan ha ricevuto il riscontro che meritava, è stata infatti trasposta a fumetti dalla Dark Horse (serie di cui parleremo a breve) e ne è stato tratto un bellissimo telefilm attualmente trasmesso anche in Italia.

Trailer di The Strain


Risorse Web:
Guillermo del toro su Wikipedia
Chuck Hogan su Wikipedia
La serie TV The Strain su Wikipedia
 

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