martedì 15 febbraio 2011

Tim Lucas, "Il Libro di Renfield"

Titolo: IL LIBRO DI RENFIELD (The Book of Renfield: a Gospel of Dracula)
Autore: TIM LUCAS
Anno: 2005
Edizione italiana: GARGOYLE, 2011
Traduzione: ELENA CECCHINI
Copertina: n.i.
ISBN: 978-88-89541-52-4
Pagine: 316
Il Dracula di Bram Stoker, dalla sua pubblicazione, è stato soggetto a numerosi adattamenti per il cinema e il teatro, ma anche ad altrettanti tentativi di analisi e spiegazione (a cominciare dal Dracula annotato di Leonard Wolf). Alcuni autori, poi, hanno voluto riscrivere il romanzo partendo dal punto di vista dei protagonisti: è il caso di Fred Saberhagen, che ha fatto incontrare i discendenti di Harker e Mina proprio col principe delle tenebre, che li ha costretti a riascoltare i fatti del 1885 raccontandoli egli stesso.
Adesso Martin Seward, pronipote del Dr. Seward, ha deciso di dare alle stampe i diari del suo antenato con i taccuini del suo paziente, Renfield, che durante il delirio aveva annunciato l’arrivo di Dracula.
Sono trascorsi alcuni anni dalla sconfitta del vampiro e John e Mina decidono di scambiarsi i diari del 1885 col Dr Seward. Dopo averli letti, Mina li sottopone a Bram Stoker, che scriverà un libro che dovrà servire da monito alle generazioni future.
Lo scrittore irlandese, però, ha trattato superficialmente gli appunti di Seward, trascurando alcuni importanti aspetti concernenti la storia di Renfield, il pazzo zoofago accolto nel manicomio di Carfax.
Grazie alla casa editrice Gargoyle, da gennaio, anche noi possiamo conoscere nel dettaglio il personaggio più inquietante del romanzo di Stoker.

Il Dottor Seward, dopo aver ricoverato un misterioso cinquantanovenne corpulento, si accorge che costui ha dei comportamenti e delle crisi che non sono ravvisabili in nessun altro malato mentale di cui si è occupato finora. Hanno luogo numerosi colloqui, prontamente registrati e condotti in sicurezza, nei quali il paziente racconta la propria storia.
Abbandonato in tenera età, Renfield è accolto da un pastore che, non trovando una famiglia pronta ad accoglierlo, lo cresce con amore occupandosi della sua educazione e chiudendo un occhio sulla sua morbosa passione per gli animali.
Renfield, come tutti i trovatelli, è curioso circa le sue origini e, quando vede una misteriosa donna vestita di nero che lo consola con baci e carezze, inizia a convincersi che costei sia sua madre.
Il pastore accoglie in canonica Moyra, una donna sciatta che dovrà occuparsi dei pasti e della pulizia. Moyra diventerà l’oggetto dell’odio del giovane Renfield, innanzitutto per la sua borsa di tappeto che compare spesso nei suoi incubi. Tale sentimento diventerà più forte quando il pastore gli rivelerà che la domestica è sua madre. Quando Moyra si ammalerà, Renfield ne accelererà sadicamente la morte, spaventandola col suo ratto domestico. Qualche tempo dopo, la donna in nero compare alla porta della canonica e viene assunta per occuparsi dell’istruzione di Renfield.
Una notte il ragazzo, durante uno scatto d’ira, uccide il pastore e dà fuoco alla canonica. Mentre fugge, incontra la donna in nero che lo prepara all’arrivo del Maestro chiedendogli in sacrificio il suo amato topo domestico. Fino al ricovero in manicomio, Renfield vaga vivendo solo dei tesori che trova profanando le tombe illuminate dai fuochi fatui, tenendo il cadavere del topo con sé avvolto in un fazzoletto.
Seward ha commentato i racconti del paziente alla luce delle proprie conoscenze psichiatriche, mascherando il proprio sconcerto davanti alla scoperta della grottesca alimentazione del folle e meravigliandosi davanti alla conoscenza delle Scritture citate con disinvoltura dal paziente.
I racconti e i commenti sono intervallati dalle pagine del diario del dottore che, ferito dal rifiuto di Lucy e turbato dal paziente zoofago con i suoi deliri sull’arrivo di un Maestro che non ha nulla a che vedere con il Cristo, cerca sollievo con farmaci ipnotici.
Non c’è tempo per riposare, tanto meno per cercare di far rinsavire il paziente che ha più volte tentato la fuga: il Maestro è arrivato e il suo discepolo prediletto ha raccontato troppo…

Tim Lucas è riuscito a proporre, sotto forma di racconto, un’analisi minuziosa del personaggio più inquietante e disgustoso del romanzo di Stoker. Partendo dall’infanzia, ha segnato le tappe della sua metodica follia, rappresentata da un’insana devozione al male cui prepara il cammino. Come dice il proverbio “la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni”, così anche i racconti del pazzo sono tappezzati da versetti della Bibbia, gli stessi, però, che gli infermieri hanno trovato nel suo vaso da notte.
Accanto all’avvento del male, c’è il desiderio d’immortalità che, come anima Renfield e lo costringe a nutrirsi di vite di mosche, ragni, passerotti ecc…, ha sempre guidato l’uomo, il quale, oggi più che mai, tenta tutte le vie possibili per vincere la caducità del corpo.
Come in Dracula, l’autore ha costruito un mosaico di frammenti di diario, relazioni e colloqui clinici (le parti presenti anche nel romanzo di Stoker sono state evidenziate in grassetto), conservando lo stile narrativo dei romanzi vittoriani.
In appendice, l’autore, nei panni del pronipote di Seward, commenta le circostanze che l’hanno portato a decidere di pubblicare il diario del suo avo, circostanze connesse con l’11 settembre 2001. Data in cui, come successe con la società vittoriana, la quiete degli Stati Uniti è stata compromessa da un nemico straniero.
Alessandro Defilippi, invece, ci parla della follia come elemento strettamente connesso al fantastico; partendo da Renfield, col cui nome è stata battezzata una psicosi, analizza i luoghi della pazzia: i grandi manicomi della storia e la loro influenza nella letteratura.

Risorse Web:
Tim Lucas su Wikipedia
Gargoyle Books
 

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