venerdì 5 febbraio 2010

Matthew Beresford, "Storia dei Vampiri"

Titolo: STORIA DEI VAMPIRI (From Demons to Dracula. The Creation of the Modern Vampire Myth)
Autore: MATTHEW BERESFORD
Anno: 2008
Edizione italiana: ODOYA, 2009
Traduzione: FRANCESCA BIANCANI
Copertina: n.i.
ISBN: 978-88-6288-049-7
Pagine: 240
In questi ultimi anni il vampiro si è imposto in maniera sempre più prepotente nell’immaginario collettivo; non si tratta però di un fenomeno isolato, infatti, nel corso dei secoli, si è già presentato in diverse epoche stuzzicando la fantasia degli scrittori e la curiosità degli studiosi. Anche oggi assistiamo ad una vastissima produzione letteraria e cinematografica, correlata da un apparato saggistico che ha lo scopo di guidare e spiegare com’è nata la figura del vampiro e come si è evoluta fino ad oggi.
Avvalendosi di un approccio storico-antropologico, Beresford si addentra nelle origini del mito, senza però trascurare la letteratura e il cinema di genere, fornendo al lettore un’analisi abbastanza completa e le chiavi per comprendere come mai, a tutt’oggi, siamo così affascinati e, contemporaneamente, inquietati da questa creatura della notte.

Il libro si apre con una prefazione dello scrittore bolognese Valerio Evangelisti, autore di numerosi romanzi fra i quali spicca il ciclo dedicato all’inquisitore Eymerich. Evangelisti propone un’analisi sociologica del vampiro, sottolineandone le valenze religiose relative alle vampire di sesso femminile, che rievocano ascendenze pagane ribellandosi al perbenismo cattolico, e a Dracula, carico di valenze cristologiche; accenna anche all’aspetto socio-economico intendendo il vampiro come espressione dell’avidità capitalistica.
Beresford parte dall’analisi sull’antichità pagana, dove le vampire erano divinità di sesso femminile che sottoponevano gli uomini a demoniaci amplessi che li lasciavano privi di energia.
Si passa poi all’aspetto concernente il culto dei morti nella preistoria, al quale si dà un ruolo fondamentale alla nascita del vampiro. Infatti, la dismissione del costume di cremare i defunti ha fatto sì che i cadaveri avessero un corpo e una tomba da cui tornare a tormentare i viventi.
Nel medioevo il vampirismo diventa una conseguenza dell’opera di evangelizzazione, e abbiamo per la prima volta il vampiro inteso come l’empia discendenza di Giuda o Caino; con l’Inquisizione poi vedremo che è il Diavolo a far rivivere i cadaveri che tormentano i viventi.
La culla dei vampiri è la Romania della quale sono presentate le leggende e le tradizioni che tuttora sopravvivono, fino ad arrivare al business costituito dal Castello di Bran che, indipendentemente dal vampirismo, costituisce una considerevole fonte d’introiti. La Romania è la patria di Vlad Tepesh, il crudele principe valacco che ispirò Stoker, del quale sono narrate in opuscoli tedeschi del ‘500, le efferatezze compiute nei confronti dei nemici.
Non solo in Romania si sono avute manifestazioni vampiriche. Nel Medioevo e nel Rinascimento sono numerosissime le cronache, stilate da personalità eminenti, di defunti che non trovano pace nel sepolcro. Iniziano a vedersi i primi rimedi apotropaici destinati a porre fine all’infestazione vampirica.
Certo è che, senza la letteratura, il vampiro non sarebbe diventato uno dei protagonisti dei nostri peggiori incubi, e così Beresford prende in esame i primi romanzi del genere: Il Vampiro di Polidori, l’importantissimo romanzo d’appendice Varney il Vampiro, Carmilla di Le Fanu, per poi giungere a una minuziosa analisi del Dracula di Bram Stoker.
Dopo la letteratura, il cinema è stato un grande untore del contagio vampirico ed ha contribuito anche alla nascita di sottoculture dedicate alle creature della notte come i giocatori di ruolo. Esiste anche chi non si è limitato a giocare: è il caso di famosi serial killer come John Haigh e Wayne Clifford Boden.
Segue il caso dedicato al vampiro di Highgate, che causò una vera e propria caccia al vampiro negli anni ‘70 del ‘900.
Nelle conclusioni l’autore s’interroga sul fatto che il vampiro sia effettivamente “un cupo riflesso della società umana”, soffermandosi sul desiderio d’immortalità insito nell’uomo, il desiderio erotico - alimentare del morso sul collo, l’emofagia di alcuni pipistrelli sudamericani.
In appendice la Historia Rerum Anglicarum di Guglielmo di Newburg, un documento dell’età medievale che contiene alcuni resoconti di cadaveri risorgenti.

Il testo, reso accattivante dalla splendida foto di Luisa Morando (reperibile anche all’interno del booklet del CD Cruelty and The Beast dei Cradle of Filth), è corredato da numerose illustrazioni e fotografie in bianco e nero e da alcuni inserti di approfondimento sull’argomento trattato.

Risorse Web:
Odoya
Scheda di Storia dei Vampiri
 

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